<<Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza>>.
e donaci la tua salvezza>>.
(Letture bibliche: Ger 33, 14-16; Sal 24; 1Ts 3,12-4,2; Lc 21,25-28.34-36 )
E’ giunto il tempo di Avvento. Tempo di attesa e tempo di
sobrietà.
(non per niente il colore liturgico è il viola)
Ma “attesa” di chi? E “sobrietà” per quale motivo?
Attesa di un qualcosa di grande che è la venuta di Cristo.
Come abbiamo già detto, non stiamo parlando della fine delle
cose, ma di un cambiamento radicale di ciò che conosciamo e del modo in cui
affrontiamo la vita.
Il Figlio dell’Uomo verrà (ed è già venuto a sconvolgerci la
vita ed ancora lo farà), ma con che atteggiamento dobbiamo attenderlo?
E’ Lui stesso che ce lo dice
“State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in
dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita”
Ma di che parla?
Parla di tutte quelle cose superficiali per le quali ci spendiamo
inutilmente,
di tutte le stupidaggini con cui ci "ubriachiamo" (Tipo “raggiungere il 5° prestigio a COD”) e per le quali perdiamo di vista l'essenziale,
di tutte quelle piccole ansie giornaliere che noi
ingigantiamo, trasformando quello che è un sassolino in un macigno insormontabile.
Da tutto questo Gesù ci mette in guardia. Perché?
Perchè rischiamo di perdere l'essenziale: il cuore.
E' il cuore il nostro centro gravitazionale perchè è lì che il Signore ci parla.
Santa Teresa d'Avila lo paragonò ad un castello la cui porta è la preghiera.
Se la porta è nascosta da una selva di sterpaglie ci verrà difficile trovarla e aprirla.
Allo stesso modo se occupiamo la nostra vita con cose superficiali, ricercando solo quello che "ci piace"(anche solo per 5 minuti) poi ci verrà difficile ritornare in noi stessi.
San Paolo lo sapeva bene ed esorta la comunità di Tessalonica con parole che in sè hanno una tenerezza quasi materna
vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più.
Ecco allora che la Chiesa ci offre un tempo forte.
Un tempo in cui ci dobbiamo prendere cura di noi stessi. Un tempo dove possiamo "spianargli la strada", dove scopriamo che non siamo da soli in questo che è un dovere nei nostri confronti e nei confronti di Dio che ci ha creato a sua immagine e somiglianza.
Dio Padre non ci ha creati per averne paura, e ha mandato il Figlio per insegnarci a non averla perchè la paura è l'unica cosa che veramente ci toglie la vita.
Invece
(come profetizza Geremia e annuncia Gesù) l’incontro con il Figlio dell’Uomo
può essere solo liberante.
la vostra liberazione è vicina.
Proviamo allora a vivere questo tempo di attesa "auto - de- terminandoci"
Proviamo a rientrare in noi stessi ed a chiedere a Dio Padre di comprendere cosa ci intorpidisce il cuore, cosa non lo fa pulsare facendoci "vivacchiare".
Proviamo "a volerci più bene" così come fa chi aspetta un bambino...
Proviamo "a volerci più bene" così come fa chi aspetta un bambino...
Diamoci dei limiti. Proviamo a dire con fermezza (anche facendoci aiutare): NO
Il Figlio dell'Uomo verrà.
Facciamo la nostra parte per poterlo guardare a testa alta, così come si guarda negli occhi la persona che amiamo.
Buon Avvento a tutti...di cuore.
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