Cristo Pantocratore - Monastero di Santa Caterina sul Monte Sinai- |
<<Vegliate e state pronti
perché non sapete in quale giorno verrà il Signore>>.
(Letture bibliche: Dn 12, 1-3; Sal
15; Eb 10, 11-14. 18; Mc 13, 24-32)
Questa
pagina del Vangelo di Marco ci offre una visione degli eventi futuri: essi
stanno a significare la fine del mondo e delle realtà terrene così come noi oggi
le conosciamo, un capovolgimento.
Vogliamo sapere, essere pronti, come i
discepoli curiosi:
-....facciamo i furbi.
<<Dicci, "quando" avverranno queste cose e "quale"
sarà il segno...>>;
-....facciamo i furbi.
Non prestiamo attenzione alle
parole di Gesù che ci consolano: il Figlio dell'Uomo, Cristo stesso, si farà
presente in questi giorni cupi per salvarci. Perché preoccuparci del come e del
quando se siamo suoi eletti?
Ma chi può considerarsi eletto dal Signore?
Chi ascolta
e pratica la sua Parola, quella che non passa,
Chi avrà condotto a Lui molti altri.
Chi avrà condotto a Lui molti altri.
Chi avrà operato con saggezza, chi avrà fatto del Signore il primato
della sua vita.
Allora con il salmista possiamo cantare gioiosi, perché la
nostra speranza non sarà delusa:
<<Io pongo sempre davanti a me il
Signore, mi sta accanto, mi sostiene sul sentiero della vita, con Lui non posso
perdere; con Lui è vittoria certa>>.
Quella del cristiano autentico è una
sfida quotidiana.
E con Sant'Agostino sappiamo che: <<Dio,
che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te>>.
Impegno!!!
Sgombriamo il
campo dagli equivoci.
Gesù non parla della fine del mondo, ma DEL SUO FINE.
Gesù non parla della fine del mondo, ma DEL SUO FINE.
Gesù, di fronte ai
discepoli che gli fanno notare la magnificenza del Tempio
(che per ogni ebreo era il segno della presenza di Dio in mezzo a loro) esordisce con un
(che per ogni ebreo era il segno della presenza di Dio in mezzo a loro) esordisce con un
“Non ne
rimarrà pietra su pietra”.
E loro fanno la
domanda più stupida: “quando avverrà?” quando sarebbe stata un’altra la domanda da
farsi.
Nella vita sperimentiamo come ci siano avvenimenti che cambiano il nostro modo di affrontarla. Avvenimenti più o meno grandi, più o meno voluti. Più o meno compresi.
Piccole o grandi "apocalissi" (ovvero "rivelazioni") in cui ci viene svelato qualcosa di diverso, qualcosa che "va oltre" su di noi, sugli altri e su Dio.
Allora la domanda non è più "quando questo avverrà", ma "cosa è VERAMENTE IMPORTANTE".
Qual è quella roccia su cui costruire una casa ( quella casa di cui Gesù parla...che siamo noi stessi) grande, accogliente, in cui chiunque entri si senta amato e trovi quello che cerca?
Gesù in questo è chiaro:
Gesù in questo è chiaro:
"i cieli e la terra passeranno, ma non le mie parole"
Può crollare il mondo, ma Lui (che è la parola incarnata del Padre misericordioso ) NO.
Infine, con una immagine così delicata che rischia di perdersi tra "soli che si oscurano" e "stelle che cadono", ci invita ad aprire gli occhi e vigilare.
ll
fico, inoltre, nel linguaggio biblico, esprime la conoscenza, in particolare
quella del cuore, che nasce dalla sintonia profonda. E chi è che è veramente in sintonia con il Padre se non il Figlio?
Gesù allora ci invita a crescere in questa sintonia, grazia alla quale la paura scompare e subentra la fiducia. La fiducia di essere amati di un Amore senza fine.
E, come dice l'apostolo Giovanni: "nell'amore non c'è timore" (1Gv 4,18)
E, come dice l'apostolo Giovanni: "nell'amore non c'è timore" (1Gv 4,18)
Come esercizio annotate tutte piccole e grandi "apocalissi" della vostra vita.
Cosa è cambiato? E Dio dov'era? Dove è ORA?
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