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venerdì 13 novembre 2015

XXXIII Domenica del Tempo ordinario 15 novembre 2015




Cristo Pantocratore
 - Monastero di Santa  Caterina sul Monte Sinai-


<<Vegliate e state pronti perché non sapete in quale giorno verrà il Signore>>.

(Letture bibliche: Dn 12, 1-3; Sal 15; Eb 10, 11-14. 18; Mc 13, 24-32)


Questa pagina del Vangelo di Marco ci offre una visione degli eventi futuri: essi stanno a significare la fine del mondo e delle realtà terrene così come noi oggi le conosciamo, un capovolgimento. 

Vogliamo sapere, essere pronti, come i discepoli curiosi: 


<<Dicci, "quando" avverranno queste cose e "quale" sarà il segno...>>;

-....facciamo i furbi

Non prestiamo attenzione alle parole di Gesù che ci consolano: il Figlio dell'Uomo, Cristo stesso, si farà presente in questi giorni cupi per salvarci. Perché preoccuparci del come e del quando se siamo suoi eletti?
Ma chi può considerarsi eletto dal Signore? 

Chi ascolta e pratica la sua Parola, quella che non passa, 

Chi avrà condotto a Lui molti altri.

Chi avrà operato con saggezza, chi avrà fatto del Signore il primato della sua vita. 



Allora con il salmista possiamo cantare gioiosi, perché la nostra speranza non sarà delusa: 

<<Io pongo sempre davanti a me il Signore, mi sta accanto, mi sostiene sul sentiero della vita, con Lui non posso perdere; con Lui è vittoria certa>>. 

Quella del cristiano autentico è una sfida quotidiana. 

E con Sant'Agostino sappiamo che: <<Dio, che ti ha creato senza di te, non può salvarti senza di te>>.


Impegno!!!


Sgombriamo il campo dagli equivoci. 
Gesù non parla della fine del mondo, ma DEL SUO FINE.

Gesù, di fronte ai discepoli che gli fanno notare la magnificenza del Tempio 
(che per ogni ebreo era il segno della presenza di Dio in mezzo a loro) esordisce con un
Non ne rimarrà pietra su pietra”.

E loro fanno la domanda più stupida: “quando avverrà?” quando sarebbe stata un’altra la domanda da farsi.

Nella vita sperimentiamo come ci siano avvenimenti che cambiano il nostro modo di affrontarla. Avvenimenti più o meno grandi, più o meno voluti. Più o meno compresi.
Piccole o grandi "apocalissi" (ovvero "rivelazioni") in cui ci viene svelato qualcosa di diverso, qualcosa che "va oltre" su di noi, sugli altri e su Dio.

Allora la domanda non è più "quando questo avverrà", ma "cosa è VERAMENTE IMPORTANTE". 

Qual è quella roccia su cui costruire una casa ( quella casa di cui Gesù parla...che siamo noi stessi) grande, accogliente, in cui chiunque entri si senta amato e trovi quello che cerca? 

Gesù  in questo è chiaro: 

"i cieli e la terra passeranno, ma non le mie parole"

Può crollare il mondo, ma Lui (che è la parola incarnata del Padre misericordioso ) NO.

Infine, con una immagine  così delicata che rischia di perdersi tra "soli che si oscurano" e "stelle che cadono", ci invita ad aprire gli occhi e vigilare.

ll fico, inoltre, nel linguaggio biblico, esprime la conoscenza, in particolare quella del cuore, che nasce dalla sintonia profonda. E chi è che è veramente in sintonia con il Padre se non il Figlio?

Gesù allora ci invita a crescere in questa sintonia, grazia alla quale la paura  scompare e subentra la fiducia. La fiducia di essere amati di un Amore senza fine.

E, come dice l'apostolo Giovanni: "nell'amore non c'è timore" (1Gv 4,18)


Come esercizio annotate tutte piccole e grandi "apocalissi" della vostra vita.
Cosa è cambiato? E Dio dov'era? Dove è ORA?

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