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martedì 20 settembre 2016

"Mio fratello rincorre i dinosauri" di Giacomo Mazzariol



Giacomo vive a Castelfranco Veneto, ha 5 anni e due sorelle: Chiara (7 anni) e  Alice che ne ha 2...e giustamente si sente in minoranza!

I loro genitori annunciano che arriverà un altro fratellino. Giacomo non sta più nella pelle. Poi gli dicono che questo fratellino sarà "speciale".
E in effetti Giovanni è speciale. Ha un cromosoma in più e la sindrome di Down.
Crescere con lui non sarà facile, ma sarà anche l'inizio di un viaggio alla scoperta di se stesso e del concetto di "normalità"

L'anno scorso diverse testate giornalistiche avevano linkato sul proprio sito un video di YT che parlava di disabilità. Oggettivamente l'avevo snobbato. D'altronde ho parecchie patologie, ma la sindrome da click compulsivo ancora no.
Qualche settimana fa, girovagando per il web finisco per trovare la recensione di questo libro...e decido di dargli una possibilità. L'argomento è interessante.
E poi il libro è scritto bene, più di alcuni composti da "dimenticabili sedicenti scrittori".

Le definirei 170 pagine...piene:

Pieno di bellezza perchè Giacomo racconta innanzitutto la bellezza della sua famiglia.
Famiglia che, come una squadra, ha accolto Giovanni valorizzandone gli aspetti più belli e, nel contempo, riuscendo a trovare il lato positivo dei suoi innumerevoli problemi.

Pieno di ironia perchè vi farete un mare di risate. L'ironia è frutto dell'ottimismo ed evidentemente Giacomo è un ragazzo molto ottimista.

Pieno di verità perchè, in fondo, Giacomo racconta i suoi 12 anni con suo fratello. Sopratutto il momento in cui, alle medie, si vergogna talmente tanto che evita di parlarne ai suoi compagni e, sopratutto, alla ragazza per cui lui ha una cotta.

Il percorso con cui alla fine arriva non solo a parlare di suo fratello, ma addirittura di additarlo come esempio di sincerità e gioia di vivere è lungo e tortuoso.
Il risultato di questo percorso forse lo possiamo trovare in una lettera che Giacomo scrisse a La Repubblica dopo dei casi di cronaca in cui degli avventori di un albergo si erano "lamentati" della presenza di una colonia di bambini disabili presente nella struttura:

"Ho sempre pensato che ci fosse un solo modo di concepire l’autonomia. E lui si definiva autonomo perché poteva stare un intero giorno senza telefono.
Ho sempre pensato di avere la verità in mano. Ho sempre pensato che fosse solo mio fratello quello disabile, quello non pronto per il mondo, quello di cui vergognarsi....Gio non era l’unico ad aver bisogno di una mano, ma ci sono anch’io che a Londra in tre mesi non mi sono lavato i vestiti perché ho dimenticato che si doveva mettere il detersivo. Insomma, anche io molte volte non ero pronto per il mondo.

Non so voi, ma io conosco bene questa sensazione di inadeguatezza. Ma continuiamo.

Non sono qui ad invocare rispetto per la diversità. Non sono qui a parlare per dirvi che è giusto e doveroso conoscere e apprezzare tutti. Sono qui per dirvi "Nella mia breve storia, essere entrato nel mondo di mio fratello mi ha riempito la vita". Tutto qui. 

All’ inizio del mio libro, che racconta la nostra storia, ho voluto mettere una famosa frase di Einstein: "Ognuno è un genio, ma se si giudica un pesce dalla sua abilità ad arrampicarsi su un albero, lui passerà tutta la vita a credersi uno stupido".

Beh, sono qui per dirvi che la stessa frase potrebbe iniziare con "Ognuno è un disabile", perché è proprio così, ognuno di noi, semplicemente, ha qualcosa che non sa fare. Io, ad esempio, non so fare la lavatrice. E voi?"

Già, e noi? Ma sopratutto..è una opportunità o una condanna? 
Giacomo ha trovato una risposta. Ora tocca a noi trovare la nostra. E viverla con serenità.
Vi abbraccio,
.


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