Categorie

martedì 6 settembre 2016

"God's not dead" di Harold Cronk (2014)



Josh è un ragazzo come tanti altri. Ha una fidanzata che lo ama e con la quale si è programmato i prossimi 50 anni di vita. Vuole laurearsi in legge ma prima deve frequentare, come materia umanista obbligatoria, 150 ore di "introduzione al pensiero filosofico".


Fin qui tutto normale solo che l'insegnante, il professor Radisson, è un ateo militante il quale chiede a tutti i suoi allievi di scrivere su un foglio la frase: "Dio è morto". 
Josh si rifiuta e allora viene sfidato a dimostrarne l'esistenza in pubblico dibattito.
Sarà poi l'intera classe a dare un giudizio. Nel mentre  questo varie storie si intersecano tra di loro con una cosa come comune denominatore: Dio, nelle loro vite, è vivo o è morto?

Prima di iniziare bisogna fare una piccola premessa: ho acquistato il dvd di questo film nella stessa occasione in cui ho preso il film dell'articolo precedente. Passando dalle Paoline per prendere i gadget per l'Esperienza vedo la locandina e il commesso mi dice:"E' un film bellissimo!" e giù con lodi sperticate. Mi è venuta quindi l'idea di comprarlo quasi a fare una sorta di confronto sullo stesso filo conduttore.

Detto questo, la mia prima impressione dopo averlo visto è stata: "Questo film è demenziale" e per demenziale intendo la sua definizione specifica ovvero:  che 

"punta su elementi di assurda stupidità per perseguire un fine dissacratorio"

Bene, vengo e mi spiego.

Il film è chiaramente apologetico e questo già è un elemento a sfavore perchè, se vuoi dimostrare una tesi, scrivi un saggio oppure giri un documentario. Altrimenti il rischio è quello di cadere nel ridicolo e, in sostanza, provocare l'effetto opposto.

Già il motore principale di tutta la vicenda è assurdo: è assurdo che un professore universitario ( in un paese democratico s'intende) pretenda,minacciandoti di bocciatura, che tu faccia dichiarazione scritta di ateismo.
Poi mi hanno spiegato che, nell'ambiente accademico statunitense questa cosa non è del tutto priva di senso. Gli Usa sono una federazione, su certi argomenti ogni stato ragiona per conto suo e, a quanto pare, il film si ispira a storie vere che in certi casi hanno raggiunto persino le aule giudiziarie. Si sa, gli Stati Uniti sono un paese alquanto strano...

Resta il fatto però che gli elementi di stupidità ci sono tutti.
1) I personaggi sono caratterizzati senza un minimo di psicologia. Quelli atei sono invariabilmente egoisti al limite della crudeltà, mentre i cristiani (perchè alla fine il Dio di cui si parla è il Dio di Gesù Cristo) ovviamente sono tutti Madre Teresa di Calcutta.
L'idea sarebbe quella di farci apparire simpatico il protagonista e farci odiare il professore. Peccato che non ci riescano anche perchè a quest'ultimo danno senza volerlo la battuta più ispirata del film ovvero quando dice alla fidanzata cristiana

"In questa storia c'è posto solo per noi due. Io non porto amanti e tu non metti in mezzo un carpentiere rabbino nomade morto 2000 anni fa"

2) I dialoghi di conseguenza sono surreali. 
Facciamo un esempio concreto: in una delle storie parallele alla trama principale una blogger animalista scopre di avere un cancro avanzato e viene lasciata dal suo fidanzato (broker senza scrupoli). Bene, lui appena lo sa risponde (con un'espressività degna di un'orata pescata con le bombe): "non erano questi i patti". E lei di rimando: "Così lo stai facendo sembrare un contratto commerciale". Secondo voi è un dialogo realistico questo?

Tralascio di proposito gli interventi del reverendo di turno. In una parola: banalità.

Inoltre l'impostazione rigidamente evangelica (stiamo parlando di una galassia multiforme di congregazioni protestanti carismatiche di cui gli Stati Uniti sono pieni) è causa di quello che è poi il fallimento del film nel suo scopo ovvero quello (esplicitamente affermato) di difendere l'onore di Dio.

Questa è una pretesa assurda (Josh dice : "Penso a Gesù come un mio amico che rimarrà deluso se io non lo difendo" è quantomeno infantile) che viene esplicitata in maniera ancora più assurda usando citazioni bibliche a caso e riferimenti storici inesatti.
Per esempio si cita l'astronomo George Lemaitre (primo teorizzatore del Big Bang) come "teista" quando invece era un sacerdote gesuita! Evidentemente in ambito evangelico fa male ammettere che i "papisti" in questo senso sono all'avanguardia.

Alla fine il film è dissacratorio, ma ciò che distrugge non è l'ateismo militante come spera di fare, ma l'immagine di Dio che cerca di difendere. Un Dio che ti dona "il libretto delle istruzioni della vita" (è una delle battute del film!) semplicemente non è il Dio che io ho incontrato e che la Chiesa mi propone di credere.

Sicuramente esiste una forma di ateismo "da strada" che considera i credenti come delle persone minorate mentalmente o che ne dice peste e corna. Basta sentire certe considerazioni recentissime su Madre Teresa di Calcutta in occasione della canonizzazione. In tutto questo noi come ci poniamo?

Ci poniamo secondo quanto quanto scrive San Pietro:

 “Siate sempre pronti sempre a rendere ragione della speranza che è in voi”
                                                                                       1Pt 3,14-17

Pietro scrive ad una comunità vessata, perseguitata e dice che ogni cristiano in ogni circostanza deve essere capace di giustificare, di rendere credibile e ragionevole la speranza che lo anima. E questa speranza non è altro che la salvezza che il credente sperimenta nel Battesimo vissuto e che si realizzerà pienamente nel Regno dei Cieli che è chiamato, già su questa terra, a rendere visibile.

Cosa dirvi alla fine? Vedetevi il film e poi traete le vostre conclusioni, le quali possono anche essere molto diverse dalle mie, ovviamente. 
Scrivete sotto nei commenti e magari ne discutiamo. L'argomento mi sembra importante.
Vi abbraccio,

















Nessun commento:

Posta un commento