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giovedì 15 ottobre 2015

XXIX Domenica del Tempo Ordinario 18 ottobre 2015

«Il Figlio dell'Uomo è venuto per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»

(Letture bibliche: Is 53, 2.3. 10-11; Sal 32; Eb 4, 14 - 16; Mc 10, 35 - 45)

La liturgia della Parola pone in netto contrasto la logica del mondo e la logica di Dio, tra le quali è coinvolta la nostra libera adesione all'una o all'altra. Gesù stesso, "l'uomo dei dolori" presentato dal profeta Isaia, il quale è disprezzato da tutti e da ciascuno, ci insegna (attraverso il dialogo con i suoi discepoli) che il cristiano autentico è colui che trova onore e gloria per la sua vita quando si apre alla possibilità del dono di sé nel servizio e nell'aiuto a chi è più "piccolo" di lui. I discepoli (seguendo la logica del mondo) credevano che la possibilità della salvezza risiedeva tutta nello stare accanto al Figlio di Dio quando sarebbe tornato nel suo Regno (senza alcuna fatica, insomma...). Gesù ricorda ai suoi discepoli che per arrivare alla gloria è necessaria la via della croce, che porta al disprezzo da parte degli uomini e all'umiliazione di sé agli occhi del mondo. L'esempio da seguire è quello del Figlio dell'Uomo (il "grande sommo sacerdote" della lettera agli Ebrei) che è venuto "per servire e per dare la vita in favore di molti". Essendo simili a Lui, in quanto creati a sua immagine, sappiamo che la via della croce è percorribile (non senza sacrificio e rinuncia) e che, sola, porta alla salvezza: nostra e di coloro ai quali ci doneremo per accompagnarli lungo il cammino della vita. INSIEME E' PIU' BELLO!!!



Nel corso dei secoli una delle accuse verso il cristianesimo (e al cattolicesimo in particolare) è stata quella di una sorta di “masochismo spirituale”
In pratica si è detto (e si continua a dire) che il cristiano “si compiace del dolore”. Proprio e altrui.
NIENTE DI PIU’ FALSO!
Il cristiano, quello vero, proclama con la propria vita quello che, con la propria vita, ha proclamato Gesù Cristo: ovvero che l’Amore vero, quello che proviene dal Padre, è amore di servizio e sacrificio

SERVIZIO

Ha come presupposto fondamentale la GRATUITA’: che la persona che servi NON POSSA CONTRACCAMBIARE.

SACRIFICIO

Ovvero “rendere sacro”. In altre parole: “mettere Dio in mezzo”. In definitiva: usare la sua logica.
Questi due aspetti sono intrinsecamente legati.
Questa logica spesso ci sfugge perché, fondamentalmente, a nessuno piace avere debiti.
Ci farà bene allora farci le seguenti domande:
  1. Quali sono i debiti che io non voglio avere?
  2. Ci sono stati atti di “assoluta gratuità” nella mia vita dei quali io ho goduto?

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