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sabato 30 aprile 2016

Invitati ad entrare nella Casa del Padre come Maria (Riunione del 23 Aprile 2014)

INVITATI AD ENTRARE NELLA CASA
DEL PADRE COME MARIA


Maria assunta in cielo (15 agosto)

Passi:                   Ap 11,19a;12,1-6a.10ab
                             Sal 44,10-12.15 
                             1 Cor 15,20-27a 
                             Lc 1,39-56

Giaculatoria:

“Risplende, Signore, la Regina alla tua destra”

Nel momento in cui Maria viene assunta in cielo in anima e corpo avviene la piena unione tra la madre e il Figlio Gesù.
Maria è accolta in cielo così come lei in ogni momento della sua vita ha accolto la Parola di Dio.

L´Assunzione di Maria ci rimanda al momento pasquale: la Madonna giunge nel luogo che Gesù ha preparato per tutti noi con la sua morte e resurrezione: “Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò perché siate anche voi dove sono io” (GV 14, 2-3).
Noi cristiani abbiamo la possibilità di risorgere se ascoltiamo e viviamo la parola di Gesù. Maria attraverso l´Assunzione in cielo risorge con Gesù e viene glorificata, il suo corpo non conoscerà la corruzione, perché nella sua vita accolse la Parola di Dio sia nel cuore che nel grembo.
L´Assunzione è il coronamento della vita di Maria, della sua vocazione unica a essere la Madre di Dio, è il coronamento della sua fede.
Maria è segno di sicura speranza e consolazione; è Chiesa pienamente salvata dalla corruzione.


Riflettiamo insieme..

Siamo capaci di accogliere sempre la Parola di Dio nella nostra vita e di metterla in pratica come Maria? Quando troviamo maggiori difficoltà? Ci impegniamo per superarle?


Durante la settimana..

Andiamo a “trovare” Maria.. dedichiamo del tempo alla contemplazione di un´immagine della Madonna andando in una chiesa, fermandoci davanti ad un altare dedicato a lei lungo una strada, contemplando una sua immagine dataci durante l´esperienza comunitaria.. affidiamoci a lei e sentiamoci liberi di confidarle i nostri dubbi, le nostre preoccupazioni ma soprattutto chiediamole il sostegno per la realizzazione di ciò che di buono ci sta a cuore.


Preghiera

Dio onnipotente ed eterno che hai innalzato alla gloria del cielo in anima e corpo l´Immacolata Vergine Maria, madre di Cristo, Tuo Figlio, fa che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere la sua stessa gloria.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, Tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con Te, nell’ unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen


venerdì 29 aprile 2016

VI Domenica di Pasqua 1 Maggio 2016


«Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui»

(Letture bibliche: At 15, 1-2.22-29; Sal 66; Ap 21, 10-14.22-23; 
Gv 14, 23-29)


Nel Vangelo di questa domenica Gesù promette ai discepoli e a noi la venuta dello Spirito Santo perché “insegni” e “ricordi”: è questa la missione del Consolatore che si estende dalla salita di Gesù al Padre e il suo ritorno ultimo; questa è la certezza della Chiesa che, camminando nella storia, deve continuare a credere in Cristo senza vederlo. 

martedì 26 aprile 2016

V Domenica di Pasqua 24 Aprile 2016


«Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: che vi amiate a vicenda, come io ho amato voi»

(Letture bibliche: At 14, 21b-27; Sal 144; Ap 21,1-5a; Gv 13, 31-33°.34-35)




La realtà nuova che ci fa contemplare oggi la liturgia della Parola è questa circolarità d’amore che stringe in unità il Padre, il Figlio, lo Spirito e la comunità. 

“Ecco, io faccio nuove tutte le cose” è la grande speranza annunziata dal Signore che siede sul trono disegnato nel libro dell’Apocalisse; le cose di prima sono passate. 

Non la lotta e la violenza, che procurano lutti, lacrime e affanni, ma l’amore è il centro propulsore della storia. Per questo prima di patire e morire, il Signore Gesù ha lasciato ai suoi il “comandamento nuovo” che si ricapitola tutto nell’amore vicendevole, manifestazione dell’amore divino che circola tra il Padre e il Figlio, nello Spirito Santo. 

Allora sì, attraverso il meccanismo dell’amore i cristiani possono abitare quella realtà nuova presentata dalla seconda lettura: la città nuova, la Chiesa, nuova terra, nuova Gerusalemme, dimora di Dio con gli uomini. Essa non è una realtà proiettata nel futuro idealizzato, ma è già in opera nei battezzati grazie alla vittoria pasquale di Cristo. 

La realtà nuova, la Gerusalemme nuova, non è che la nuova umanità, liberata dalla schiavitù del peccato e santificata da Gesù risorto e che tuttavia non esclude dalle prove del mondo.  

La “novità” è impegno dei cristiani a far sì che la comunione tra Dio e l’umanità salvata abbia a crescere fino alla intimità più completa e profonda, quando la Gerusalemme nuova sarà in pienezza la dimora di Dio fra gli uomini e si identificherà con il corpo di Cristo giunto alla sua età perfetta e splendente di gloria.

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"Io vi do un comandamento nuovo"

Gesù lo dice ai suoi amici dopo che Giuda esce dal Cenacolo. E Gesù sa benissimo dove sta andando e perchè. E con la consapevolezza che sta per essere tradito da uno dei suoi amici cosa fa? Noi cosa avremmo fatto?

Nella migliore delle ipotesi avremmo cercato di salvarci mettendo tutti gli altri in guardia!
Invece Gesù da il suo comandamento: "Amatevi come io vi ho amato"

Il comandamento "nuovo" non è l'amore ("Ama il prossimo tuo come te stesso" diceva la Legge), ma la misura dell'Amore.

E la misura non è più "se stessi", il nostro limite, le nostre capacità, ma Cristo stesso.

I discepoli non possono comprendere la portata di quella frase in quel momento.
Con il senno, e lo Spirito, di poi sì. E noi con loro.

La Chiesa oggi ci invita ad "alzare l'asticella", a cercare la misura più alta.
Questo con la consapevolezza che ciò è possibile non perchè è frutto del nostro illuminato pensiero, ma perchè ne abbiamo fatto esperienza concreta anche e sopratutto attraverso la vita di coloro che ci hanno preceduto e che ci hanno aperto "la porta della fede".

La fede in un Dio che è Padre di Misericordia.

Diceva Papa Francesco: "Non esiste Santo senza passato, né un peccatore senza futuro"
La base del nostro futuro è la fiducia nella Misericordia del Padre che guarisce tutte le ferite. Anche i tradimenti più atroci. 

Gesù offre la vita perchè ne possiamo fare esperienza tutti noi. E ci chiama a fare altrettanto. Ci chiama a vivere la vita divina che era nel progetto del Padre.

Non accontentiamoci quindi delle mezze misure, nè cediamo alla mediocrità. Sarebbe la nostra condanna e Gesù ci vuole liberi e LIBERATI..sopratutto da noi stessi.

Vi abbraccio



"La bicicletta verde" di Haifaa Al-Mansour



Wadyda è una bambina di 12 anni che abita alla periferia di Riyad, la capitale dell'Arabia Saudita.
E' curiosa, intraprendente e per questo fa fatica ad accettare i dettami della rigida società saudita.

venerdì 15 aprile 2016

IV Domenica di Pasqua 17 aprile 2016



«Io son il buon pastore, dice il Signore; conosco le mie pecore, e le mie pecore mi conoscono»

(Letture bibliche: At 13, 14.43-52; Sal 99; Ap 7, 9.14b-17; Gv 10, 27-30 )



La liturgia della Parola di questa domenica ci mostra come Gesù ha il potere di dare la vita eterna alle sue “pecore” e di affidarle alla mano amorosa del Padre. 

Il dono della vita eterna è infatti l’elemento che unifica le tre letture della messa.  

martedì 12 aprile 2016

Chiamati a donarsi come Maria (Riunione 19 marzo 2016)

CHIAMATI A DONARSI COME MARIA



Decima giornata: Pentecoste

Giaculatoria: 
·        Madre che hai implorato il dono dello Spirito Santo, prega per noi
·        Madre orante nel cenacolo, prega per noi



Rosario: III mistero glorioso

Iniziamo con una domanda. Secondo voi, dopo la morte di Gesù, Maria ha ancora un ruolo importante? Se sì, quale?




sabato 9 aprile 2016

Chiamati, con Maria, ad essere adulti nella fede (Riunione del 9 aprile 2016)

chiamati, con maria, Ad essere adulti nella fede.


“E Giovanni la prese in casa sua”

Passi:            
                        Gv 19, 25-27
                    

Giaculatoria:

“Che io sia tuo figlio, che tu o Maria sia mia madre”

Nel momento di lasciare il mondo, Gesù affida a Giovanni ed alla sua Chiesa il dono più grande che gli rimaneva sulla terra: la sua Mamma. Giovanni la prese con sé in casa sua e dal quel momento la sua vita si arricchisce di nuovo significato.

Spesso si parla di “maturità del cristiano” e con questo termine si vogliono indicare tante cose: consapevolezza, comprensione e quindi decisione. E si fanno piani pastorali, congressi, riunioni e chi più ne ha più ne metta.

Il rischio di tutto questo qual è?
Che si tratti Gesù come un concetto quando invece è un concepito.

Se Gesù, come Figlio di Dio, ha deciso di incarnarsi in una realtà familiare e ha deciso, come ultimo atto della sua vita terrena, di affidare sua madre a noi evidentemente c’è un motivo!

“la prese in casa sua”
Cosa vuol dire? Vuol dire, in parole povere, che Giovanni la fa vivere in casa sua. Vive con lei lo stesso rapporto che aveva Gesù. Vive un rapporto da figlio.

Tutta l’esperienza spirituale di Maria è stata una preparazione ad essere per noi Maestra di vita. La Madonna è l’itinerario della vita cristiana. Essere mariano è il modo migliore di essere cristiano.

Noi siamo chiamati a vivere questo rapporto nella Chiesa.
La Chiesa è la nostra famiglia spirituale.

Ricordatevi quello che vi ha detto Padre Giuffrida quando lo abbiamo salutato: “Abbiate fiducia in Gesù e nella Chiesa, che lo conosce da 2000 anni

Ora vi faccio una domanda scomoda:
“Se aveste fisicamente Maria a casa vostra cosa le chiedereste?”

Attenzione perchè la cosapevolezza e la comprensione di Cristo si basano su questo. Sull’esperienza di Maria (che è completa) e sull’esperienza che noi, come Chiesa, facciamo con Lei

Solo dopo avere fatto l’Esperienza di essere figli allora possiamo essere padri e madri e quindi decidere.

Giuseppe la prese con sé.

Passo:                Mt 1, 18-24

Vi voglio mettere qui un piccolo estratto dell’esortazione Apostolica post-sinodale “Amoris Laetitia”, uscita proprio ieri,
riguardo al ruolo del padre nella famiglia:


“L’assenza del padre segna gravemente la vita familiare, l’educazione dei figli e il loro inserimento nella società.
La sua assenza può essere fisica, affettiva, cognitiva e spirituale. Questa carenza priva i figli di un modello adeguato del comportamento paterno…..la figura paterna, d’altra parte, aiuta a percepire i limiti della realtà e si caratterizza maggiormente per l’orientamento, per l’uscita verso il mondo più ampio e ricco di sfide, per l’invito allo sforzo e alla lotta”

Gesù ha avuto bisogno di avere un padre sulla terra.
Ovvero una persona che si prendesse la responsabilità di fronte al mondo della sua presenza.

Questo è quello a cui siamo chiamati noi quando prendiamo una decisione. Siamo chiamati a risponderne. A dare le nostre motivazioni e prenderci la responsabilità delle conseguenze.

Il brano evangelico pone la base della decisione di Giuseppe sulla fiducia che lui ha nelle parole che l’angelo (che è l’inviato di Dio) gli rivolge. Aggiungo io che c’è anche la fiducia che lui ha nella persona di Maria e nel rapporto che ha con lei.


Sant’Ignazio, nei suoi Esercizi Spirituali, ha dei suggerimenti sul come fare una scelta secondo la volontà di Dio.
Prima di questo fa fare all’esercitante un lungo percorso in cui, in definitiva, gli si chiede di prendere coscienza di come sia stato amato da Dio come un figlio è amato dal padre.

Giuseppe, finchè ragiona “secondo la legge” non riesce a decidere perché, come diceva Pascal

Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce

e continua

Quanta lontananza c'è tra conoscere Dio e amarlo!

Maria conosce Dio perché lo ha portato in grembo e perché lo ha seguito fino alla fine. Lo conosce e lo ama.

Siamo chiamati a questa conoscenza e questo amore.
A Dio Padre questo sta a cuore.


Preghiera

O Vergine Maria, tu che ci hai dato, nella Chiesa nascente,
un esempio mirabile di preghiera e di concordia,
intercedi per la nostra Comunità perché possa crescere
per il numero dei fedeli e possa portare nuovi frutti di santità e di grazia.  




venerdì 8 aprile 2016

III Domenica di Pasqua 10 Aprile 2016



«Cristo è risorto, lui che ha creato il mondo,
e ha salvato gli uomini nella sua misericordia.»

(Letture bibliche: At 5,27-32.40-41; Sal 29; Ap 5,11-14; Gv 21,1-19 )


Durante questo periodo in cui il Signore appare ai discepoli, questi hanno la possibilità di riconoscere e annunziare che la salvezza viene da Dio e da Colui che è stato crocifisso e risuscitato. 

Nell’interrogatorio durante il quale gli apostoli vengono accusati di insegnare pubblicamente “nel nome” di Gesù, Pietro, a nome di tutti e forte della convinzione che lo Spirito è con lui, parla con franchezza e con forza, come testimone della risurrezione. 

martedì 5 aprile 2016

"Il segreto della felicità" by Giulia Pirrone





Secondo me la più grande ambizione dell'uomo è raggiungere la felicità.

Tuttavia, spesso la gente si concentra più sulle cose negative della vita e pensa che la felicità sia soltanto un momento di breve durata.


Anche io lo credevo, fino a qualche tempo fa.


Poi, però, ho fatto una grande esperienza di vita: ho sentito l'abbraccio dell'amore del Signore ed inevitabilmente mi ha cambiato il modo di vedere le cose.

La consapevolezza di essere amata mi rende gioiosa e mi aiuta ad affrontare le situazioni della vita con positività. Sono convinta che chi vive per il Signore e del Signore, deve avere la forza di sorridere sempre, nonostante i momenti difficili, perchè ha il privilegio di essere sostenuto dall'amore di Gesù.

Personalmente ciò che mi rafforza è la gratuità dell'amore. 



 DARE! 

Dare senza aspettarsi nulla in cambio. 


Vedere il sorriso di una persona per un mio semplice gesto, mi rende felice. 

Proprio per questo penso che la felicità sta nelle piccole cose: soffermarmi a pensare a ciò che il Signore mi ha dato, mi fa gioire. 

Sapere di essere amata più di quanto io meriti, mi da' la voglia di ringraziare sempre il Signore. 
Una cosa per cui Lo ringrazio infinitamente è avermi dato il CORAGGIO di aprire gli occhi e avermi fatto capire che Lui è al centro della mia vita.

Ciò che ho è solo grazie a Lui. 

In quanto vi reputo mia FAMIGLIA in Dio, desidero vedervi sempre gioiosi e felici. 
Quindi vi invito a pensare alle bellezze donate dal Signore quando vi sentite giù, e così sono sicura che vi rallegrerete.

Un consiglio umile che vi do e che do anche a me stessa per raggiungere la felicità, è quello di AMARE ma soprattutto di AMARVI. Non date nulla per scontato. 

Spesso ai miei ragazzi del catechismo dico che dobbiamo essere PERSEVERANTI nelle cose in cui crediamo. Non dobbiamo MAI arrenderci al primo ostacolo!

Concludo con una citazione di Shakespeare che mi ha colpito tanto:



             "CHI SEMINA AMORE RACCOGLIE FELICITÀ"!
 
E non dimentichiamoci mai di ringraziare il Signore per il suo dono d'amore!

Vi voglio bene!

venerdì 1 aprile 2016

II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia 3 Aprile 2016



«Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto; 
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»

(Letture bibliche: At 5, 12-16 ; Sal 117; Ap 1,9-13.17-19; Gv 20,19-31)



È questo il tempo delle apparizioni del Risorto e della autocoscienza della Chiesa delle origini e della sua missione fuori dal cenacolo, dove stavano i discepoli «per timore dei Giudei». 

È un invito ad uscire.

 La liturgia di oggi ci propone un esempio di discepolato insieme ad un grande rimprovero che non va sottovalutato. Infatti, la prima lettura ci presenta la potenza del dono dello Spirito Santo che suscita la fede nella risurrezione di Cristo e nella sua forza di guarigione. Egli agisce adesso nella persona di Pietro.