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martedì 22 marzo 2016

Chiamati, come Maria, a diventare testimoni dell’amore (Riunione 12 Marzo 2016)


chiamati, come maria,

a diventare testimoni dell’amore




Venerdì Santo “Ai piedi della croce stava sua Madre”



Passi:              Sal 30

   Eb 5, 7-9

                        Gv 19, 25-27


Giaculatoria:


“Regina dei martiri, prega per noi”


La Settimana Santa è un’occasione sempre nuova per fare memoria degli immensi e meravigliosi doni che Dio ha fatto all’umanità per ricondurla in comunione con Lui.

Leggiamo il passo di Giovanni e cerchiamo di immaginarci la scena che l’evangelista vuole descriverci.

Oggi viviamo in un mondo che è bravo a dimenticare: dimenticare le proprie origini, la propria storia, i propri affetti. L’uomo contemporaneo dimentica per rendersi indipendente, per creare l’illusione che da solo può comunque andare avanti, perché tanto, prima o poi, le persone, gli amici, i genitori ci deludono; tanto vale procedere da soli: legittimo, ma sbagliato.



Dio ci vuole autonomi, non indipendenti, e ce lo ha dimostrato quando, un giorno, su un monte fuori da una città, una madre ha donato il proprio figlio per la salvezza del mondo intero e un uomo ha donato la propria madre perché potesse diventare madre di tutti gli uomini. Quella madre che ama i propri figli, li educa, accompagnando ogni loro passo, illuminando il cammino e consigliando la via sicura da percorrere, ma lasciandoli sempre liberi di compiere le loro scelte.

L’amore di mamma non è un concetto, un’idea, è prima di tutto una testimonianza. Maria non dà una pacca sulla spalla a Gesù per consolarlo e poi lo manda da solo sul Calvario, segue suo figlio fino alla fine, condividendo e sopportando quel dolore che solo una madre, che vede soffrire e morire il proprio figlio, può provare.

Ecco perché nelle litanie si recita “Regina dei martiri”: la sofferenza di Maria non è un atto inutile; è la realizzazione dell’insegnamento di Gesù: amare, amare fino alla fine, per testimoniare l’amore. Non morire per essere considerati eroi, salvatori, ma vivere, dando sempre prova del nostro amore fino all’ultimo respiro. Questo è essere testimoni, questo è essere martiri.

Allora, l’amore non conduce alla morte, ma segna ogni passo della nostra vita, donandoci quella gioia che possiamo provare solo quando ci sentiamo bene con il mondo che ci circonda, nonostante le difficoltà e i dispiaceri. L’amore porta alla gioia ed è per mezzo della gioia che possiamo trasmettere l’amore a chi ci sta accanto.

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