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sabato 20 luglio 2019

XVI Domenica del Tempo Ordinario anno C


«Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
con cuore integro e buono, 
e producono frutto con perseveranza.»

(Letture bibliche: Gn 18.1-10; Salmo 14; Col 1, 24-28; Lc 10, 38-42)



Cari tutti,
ve lo dico subito: le letture di questa domenica spiazzano sul serio!
Oddio, in teoria dovrebbero farlo sempre (se non lo fanno...iniziate a preoccuparvi), ma forse stavolta c'è quel quid che dovrebbe veramente farci saltare dalla sedia.


Stavolta vorrei inziare dalla Prima Lettura: da questa strana visita che Abramo riceve.

Abramo, lo sappiamo tutti, per certi versi è un privilegiato: parla con Dio come se fosse la cosa più normale del mondo (e da quel momento in poi si è iniziato a pensare che fosse possibile), ha una moglie, Sara, che ama alla follia (e lei ricambia), ha un gregge che non finisce più, MA (c'è sempre un ma) non ha un figlio. 
E all'epoca un figlio era il futuro (anche dal punto di vista sovrannaturale)

Insomma Abramo aveva un ottimo presente, ma nessuna prospettiva. Uno sfigato in pratica.
E la cosa lo crucciava alquanto, tanto è vero che era stato uno dei primi argomenti che aveva preso con il suo nuovo "amico". Il quale aveva accennato qualcosa, ma il tempo passava e questo figlio non arrivava..ed Abramo si faceva vecchio...e pure sua moglie.

Bene, questo è il background della lettura. 
Quest'uomo senza prospettive un giorno, nell'ora più calda (tipo Catania la settimana scorsa: un forno ventilato in pratica) si vede arrivare questi tre tizi.

Ora, in una giornata del genere fai fatica persino a ricordarti come ti chiami, eppure vediamo il nostro Abramo che inizia a preparare (insieme con Sara..e già questo è soprannaturale) cibo e bevande per gli ospiti.

Ospiti che magari ti fanno una improvvisata all'ultimo, ma se arrivano c'è sempre un perchè.

Questo Abramo lo sa perchè la confidenza che ha con Dio gli fa capire che quei tre non sono tre qualsiasi. Come disse S.Agostino: "Tres vidit, et unum adoravit
Ebbene sì..quei tre erano il suo grande amico che lo veniva a trovare. 
E se lo veniva a trovare un motivo c'era:


«Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».

Perdonatemi l'espressione, ma si può dire che Dio in quel caso "ci mise proprio la faccia".

Bene, ora leggendo il Vangelo semba di vedere la stessa cosa.
Gesù, quando aveva voglia di prendersi una pausa, andava a Betania ed evidentemente non avverte perchè vediamo Marta che si affanna a destra e a sinistra per fare gli onori di casa.
Sembra la stessa cosa, ma non lo è...

Infatti, a differenza di Abramo che "stava in piedi di fronte a loro" mentre i tre ospiti mangiavano (come a dire "io sono qua, se avete bisogno di qualcosa ci sono"), Marta invece  "era distolta dai molti servizi". Gesù era a casa sua, ma lei era da un'altra parte.

In pratica Marta fa quello che fa mia mamma quando abbiamo persone a pranzo. 
Non sta mai seduta.

Tutto molto bello, ma...Gesù era venuto per stare anche con lei. 

Il cibo è un accessorio, non la cosa essenziale. L'essenziale è stare con Gesù... perchè magari ha qualcosa da dirti di molto importante ed ha bisogno di tutta la tua attenzione.
Ricordiamocene quando saremo indaffarati in mille cose e magari diremo di farle "per il Signore". Occhio: l'attivismo può denotare indifferenza.
Per la serie: mi faccio il mazzo il più possibile per evitare che mi  si rompa le scatole.

E Marta sembra proprio che dal suo ospite ci stia il più lontano possibile.

Sua sorella Maria questa cosa l'aveva capita. Tanto è vero che la troviamo ai piedi di Gesù. come all'epoca facevano gli alunni con il maestro, e da lì non si schioda manco morta tanto è vero che si fa richiamare dalla sorella, la quale mette in mezzo persino Gesù.

Lui risponde con una frase bellissima (che in quel contesto familiare prende tutto un significato particolare)

«Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Dite quello che volete, ma io mi immagino Gesù che sorride bonariamente mentre dice queste parole. Ci vedo una grande tenerezza dentro.

Tenerezza mista ad una sottile linea di malinconia.

Già, perchè siamo tutti a chiedere chissà quali segni dall'Alto  e poi non ci accorgiamo che Dio ci viene a trovare nella nostra quotidianità, cosìcchè possiamo mostrare la verità di noi stessi e prenderne coscienza.

Secoli e secoli che ci si interroga sul mistero della divinità...e poi la soluzione ci viene a bussare a casa. Ma guarda te!

Il Vangelo di oggi non ci dice come è finita. 
A me piace pensare che Marta si sia levata il grembiule, che sua sorella le abbia fatto posto...e che ci sia stata una lunga chiaccherata, talmente lunga ed importante che si sono persino scordati di mangiare.

E alla fine si siano lasciati diversi: più sereni, più forti. Migliori.

Vi lascio con le parole di Gaetano Piccolo SJ:

"Ogni giorno siamo continuamente disturbati da un altro che invade il nostro spazio, che entra in maniera più o meno silenziosa o indiscreta nella nostra vita. Forse, prima di liberarcene in maniera affrettata, dovremmo chiederci se in quel volto non c’è la presenza di Dio che viene a stanarci dalle nostre chiusure e dai ripiegamenti ossessivi sulle nostre preoccupazioni. In fondo è un modo per smettere di adorare noi stessi e lasciare a Dio, l’ospite inatteso, il suo spazio."

Vusto che l'Esperienza di San Fratello si avvicina, vi auguro (e mi auguro) di iniziare a "fare spazio" perchè c'è sicuramente qualcosa che ci attende.
E' la mia preghiera per me e per voi.

Vi abbraccio forte e vi voglio bene.



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