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mercoledì 1 novembre 2017

Solennità di tutti i Santi



«Venite a me, vi tutti che siete affaticati ed oppressi 
ed io vi darò ristoro»

(Letture bibliche: Ap 7,2-4.9-14; Sal 23; 1Gv 3,1-3 ;Mt 5,1-12)



Per festeggiare la Solennità di tutti i Santi quest'anno hp voluto fare qualcosa di diverso dalla solita lectio. 
L'immagine che vedete è una antica icona copta che rappresenta Gesù e Mena, abate del monastero di Alessandria d'Egitto. E' chiamata anche l'icona dell'amicizia. Perchè il santo è questo: l'amico di Dio. 
E questa icona spiega benissimo cosa voglia dire esserlo.

Gesù il Cristo e il suo amico camminano, fianco a fianco, guardando avanti. Gesù tiene il suo braccio intorno alle spalle dell’amico, la sua mano buona e guaritrice sulla sua spalla. Un gesto affettuoso e di stima, che comunica l’amore di Gesù, un amore vicino, affettuoso, sincero, e anche molto saggio, un amore che non chiude ma apre al cammino, incoraggia e sospinge. Una icona quasi ingenua per quanto semplice, ma proprio qui è la sua forza. 

L’amico ha gli occhi un po’ strabici: uno guarda avanti, l’altro è diretto verso Gesù. Indica lo sguardo dell’amico e del discepolo, che cammina seguendo Gesù, non va da solo, non fa di testa sua. Gli occhi sono grandi, come quelli di Gesù, che sembra avergli trasmesso la sua attenzione, il suo modo di vedere, il suo sguardo sulla vita e sul mondo. 

Anche le orecchie sono grandi, “per sentirci meglio”, e indicano l’importanza di ascoltare per chi si vuole mettere su questa strada. Nelle mani tiene una piccola pergamena, come Gesù tiene il Libro Sacro, il Libro sigillato della Scrittura e della Storia della Salvezza e lui su questa piccola pergamena, forse porta il suo bagaglio, gli appunti che ha preso dal Libro, dalle parole del suo amico e maestro. 

Queste due figure ci guardano, vengono verso di noi e ci invitano ad immedesimarci in questo uomo, un po’ vecchio, che cammina con il Signore Gesù. è un uomo qualunque eppure cammina a fianco di Gesù, e Gesù cammina con lui. Mettiamoci al suo posto, sentiamo la mano sicura, calda e leggera di Gesù su di noi. 

Una mano che ci ama e ci incoraggia, che tocca con infinita delicatezza le corde più profonde del nostro cuore e le consola, le guarisce e con impercettibile forza ci spinge avanti, ci fa vivere la vita vera, in profondità. E ci insegna ad amare, amare tutti, ci spinge sui suoi passi, ci insegna le cose davvero importanti. 

Cosa temerà di affrontare una persona che vive con Gesù il Signore così vicino a sé?

Già, cosa temerà? 

Mi viene da chiedere: cosa temiamo adesso e perchè?

Che cosa ci distrae dalla consapevolezza di avere Gesù accanto? Che cosa ci blocca, qual è il pensiero malvagio (perchè viene dal cattivo spirito) che ci rende tristi, ci fa sentire da soli contro le difficoltà della vita quando invece siamo accompagnati dall'abbraccio di Gesù?

In questi giorni, ed oggi in particolare, non riesco a non pensare a mio padre, che si chiamava Santo e che oggi avrebbe fatto l'onomastico. 
Non riesco a non pensare alla sua fatica di vivere che lo ha portato a grandi sbagli di cui anche io ho subito le conseguenze.
So però che anche su di lui c'era uno sguardo buono e questo sguardo c'è stato fino alla fine.

Lo sguardo d’Amore del Signore penetra ogni vuoto, ricopre ogni paesaggio della nostra vita, ci accompagna nell’ osservare dall’alto le nostre vicende e le nostre relazioni.  
Gesù, prendendo la parola, benedice e nel farlo ci insegna: è l’Amore di Dio ad entrare in tutte le criticità della nostra vita, mostrandocele come terreno fertile per la relazione intima con Lui. 

Per questo siamo chiamati alla speranza e alla fede, siamo invitati a riconoscere un Dio venuto ad incontrare le nostre miserie, a ricordarci che tutti noi siamo da lui amati come santi. Dal basso del nostro cuore e della terra può salire un canto nuovo di lode e di comunione con un Dio che è Signore della vita perché la ama fino in fondo, che è il nostro Signore perché ci conosce e arriva a benedire proprio lì dove noi non ne siamo più capaci, permettendoci ancora di rallegrarci ed esultare, anche nelle difficoltà.

Oggi, come in tutte le Solennità della Chiesa si recitano le Litanie dei Santi. Si recitano anche durante i battesimi e durante i matrimoni. E' un modo per ricordarci che abbiamo una grande famiglia in Cielo che ci vuole bene e che prega per noi. E' un modo di ricordarci che non siamo soli...che altri hanno incontrato Dio e ne sono diventati amici..e così anche noi.

Ricordiamocelo sempre.

Abbraccione forte a tutti.


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