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venerdì 11 novembre 2016

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario 13 Novembre 2016


«Risollevatevi e alzate il capo, 
perché la vostra liberazione è vicina.»

(Letture bibliche: Ml 3,19-20; Sal 97; 2Ts 3,7-12 ; Lc 21, 5-19)


La Liturgia di oggi ci invita a vivere l'oggi con la prospettiva del "per sempre" e lo fa invitandoci a scoprire cioè che è veramente importante e a lavorare per esso dando il meglio.

Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù che parla e lo fa con parole che sono dure a sentirsi. 
Per  Israele il Tempio non è solo una costruzione, ma il segno visibile della presenza di Dio in mezzo a lui. L'avevano ricostruito tornando dall'esilio in Babilonia ed Erode il Grande lo aveva ingrandito ed abbellito con lavori durati decenni. Tutto ruotava intorno al Tempio.
Nel bene e nel male.

Ecco, di tutto questo Gesù dice: 

«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che 
non sarà distrutta»

Di fronte a questa lapidaria affermazione che cosa si domanda a Gesù? Si domanda il "quando", mentre invece ci si dovrebbe domandare il perchè e questo per il semplicissimo fatto che domandarsi il perchè implica una esplicita responsabilità, quasi una presa di posizione e un impegno nella vita.

Questo Gesù lo sa e si preoccupa innanzitutto di rassicurarci: di fronte alla perdita di quello che sono i nostri punti fermi Gesù dice: Non terrorizzatevi.
Ci tranquillizza e insieme ci avverte: invece di stare a cercare segni grandiosi nei cieli guardatevi attorno perchè ci sarà chi vi perseguiterà per causa mia.

Ed è per questo che bisogna tenere fissi gli occhi su di Lui: su di Lui che, al momento opportuno ci aiuterà a dare "buona testimonianza".

Verrebbe da chiedersi quali sono i nostri "templi", quali sono le nostre sicurezze su cui basiamo tutta la nostra vita, quali sono quei doni di Dio di cui abbiamo rinnegato la vera natura per farne cosa nostra. Utilizzabile a seconda del nostro umore.

Ecco la Liturgia di oggi ci dice che quando smettiamo di considerare i doni di Dio per quello che sono il risultato è che "di loro non rimarrà pietra su pietra" e quel punto, per ricostruire bisognerà fondarsi su Cristo Gesù che è l'unica Roccia contro cui si infrangono tutte le nostre paure,  falsità e contraddizioni.

Il profeta Malachia lo predisse: "Verrà un giorno rovente come un forno". Non è solo il Giorno del Giudizio, ma tutti i momenti della nostra vita in cui si arriva alla resa dei conti, in cui Cristo si fa presente più che mai. E questo calore per alcuni è distruttivo, per altri è conforto e tepore.

San Paolo infine ci invita a non adagiarci, a non perdere tempo,a non aspettare chissachè.
Il nostro compito, finchè Dio Padre ce lo consente, è lavorare per il Regno.

Vi lascio con un testo di santa Teresa d'Avila che bene si accosta alla Liturgia di oggi:

Nulla tu turbi, nulla ti spaventi, tutto passa, Dio non cambia
La pazienza ottiene tutto, a chi ha Dio nulla gli manca.
Solo Dio basta.



Con la speranza di poter fare tutti questa esperienza,
vi abbraccio.


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