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venerdì 25 novembre 2016

I Domenica di Avvento 27 Novembre 2016


«Mostraci, Signore, la tua misericordia 
e donaci la tua salvezza»

(Letture bibliche: Is 2,1-5; Sal 121; Rm 13, 11-14 ; Mt 24, 37-44)


Il mondo antico aveva del tempo una concezione ciclica ("quello che è avvenuto prima o poi ritorna"). La visione ebraico-cristiana, seguita ora in tutto il mondo, concepisce il tempo come lineare, con un suo inizio, uno svolgimento e una conclusione ovvero creazione del mondo, seguita dall'attesa del Messia, dalla sua venuta, dalla successiva fase (quella in cui al presente noi siamo immersi) e dalla conclusione, quando la successione dei giorni e degli anni avrà termine, sfociando nell'eterno presente di Dio e degli uomini che sono con Lui.

La liturgia richiama ogni anno l'intero percorso, cominciando con la fase detta Avvento, di cui oggi è la prima domenica. Avvento significa "venuta", sottintendendo 'di Dio': si ricorda la prima, quella di duemila anni fa nella persona del suo Figlio (di qui la celebrazione del Natale), per imparare come attendere la seconda, quella che ci vedrà passare dal tempo all'eternità.
In genere abbiamo presente il Natale: tutti lo celebrano, pur se spesso in forme improprie; molto meno sono consapevoli della seconda venuta. 

Sarebbe opportuno invece prendere coscienza di quest'altra componente dell'Avvento, che è appunto l'attesa delle realtà ultime della fede. L'attendere oggi è percepito come qualcosa di negativo, un tempo sprecato invece 'ad-tendere',  vuol dire tendere a, esprime tensione positiva e attiva verso qualcosa o qualcuno. 

Di questa attesa in verità si vedono poche tracce, tanto da far dire a Ignazio Silone, autodefinitosi "cristiano senza chiesa", di non essere interessato a cristiani "che attendono il ritorno del Signore con lo stesso entusiasmo con cui si aspetta l'autobus".

Con tutta sincerità...sono d'accordo con lui.

Nel Vangelo di oggi Gesù ci ricorda che non siamo fatti per vivere inconsapevoli e in balìa dei nostri istinti e ci invita ad essere intelligenti ed a chiedere il dono dell'intelletto.

Stiamo andando incontro al Signore: in quel giorno uno verrà preso e l'altro lasciato, nonostante stessero facendo le stesse cose (chi al lavoro, chi in casa). In che senso? E in base a cosa? A seconda di come ha vissuto, all'adesione o meno a Cristo, dunque all'amore e alla verità, adesione questa che avviene nel cuore, nell'interiorità e che un giorno sarà chiara e limpida davanti a Dio. 

Le decisioni dell'oggi, pesano sulla nostra storia e su quella degli altri, così come sul nostro domani.

Per questo San Paolo ci invita a "svegliarci dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti" ed insieme ci sprona a comportarci onestamente, coerentemente all'incontro con Cristo che abbiamo fatto.

S.Ignazio in questo ci aiuta attraverso il suo Principio e fondamento che sta in testa agli Esercizi Spirituali

L'uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e così raggiungere la salvezza; le altre realtà di questo mondo sono create per l'uomo e per aiutarlo a conseguire il fine per cui è creato. Da questo segue che l'uomo deve servirsene tanto quanto lo aiutano per il suo fine, e deve allontanarsene tanto quanto gli sono di ostacolo. Perciò è necessario renderci indifferenti verso tutte le realtà create (in tutto quello che è lasciato alla scelta del nostro libero arbitrio e non gli è proibito), in modo che non desideriamo da parte nostra la salute piuttosto che la malattia, la ricchezza piuttosto che la povertà, l'onore piuttosto che il disonore, una vita lunga piuttosto che una vita breve, e così per tutto il resto, desiderando e scegliendo soltanto quello che ci può condurre meglio al fine per cui siamo creati.

Solo con questa consapevolezza  e questa "sana indifferenza" si può, già su questa terra, iniziare a compiere la profezia di Isaia della prima lettura:

Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri,
delle loro lance faranno falci;
una nazione non alzerà più la spada
contro un’altra nazione,
non impareranno più l’arte della guerra.

E Dio solo sa quanto questo mondo abbia bisogno di persone che costruiscono invece di distruggere. Case, scuole, ospedali, ma sopratutto rapporti umani.
Vi abbraccio e buon Avvento a tutti,


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