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mercoledì 2 novembre 2016

Commemorazione di tutti i Fedeli Defunti 2 Novembre 2016


«Questa è la volontà del Padre mio: 
che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; 
e io lo risusciterò nell’ultimo giorno, dice il Signore.»

(Letture bibliche: Gb 19,1.23-27; Sal 26; Rm 5,5-11;Gv 6,37-40)


La Liturgia di oggi prevede tre formulari. Io ho scelto il primo: è quello che si proclama per la prima messa, all'inizio della giornata perchè questo sia per noi non un giorno triste, ma un giorno pieno di speranza, così come ci invitano le Letture di oggi.

Nel vangelo infatti Gesù ci dice:

Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. 

Quante volte abbiamo provato il desiderio  di non perdere le persone che amavamo! E' lo stesso desiderio di Giobbe quando dice, nella sua sofferenza:

«Oh, se le mie parole si scrivessero,
se si fissassero in un libro,
fossero impresse con stilo di ferro e con piombo,

per sempre s’incidessero sulla roccia!

"Oh, se tutto questo avesse un senso!" Quante volte lo abbiamo pensato quando abbiamo perso una persona cara, magari in un modo che mai ci saremmo aspettati?

Sono un pò più anziana di voi ed ho "perso" persone importanti per la mia vita, e vi assicuro che questa domanda me la sono fatta...specialmente per la morte di mio padre.

Bene, ricordiamoci che anche il Padre ha questo desiderio e Gesù con Lui. Anche in questo Gesù è perfettamente umano. O meglio: siamo noi che abbiamo un dono una natura divina perchè proviamo gli stessi desideri di Dio.

Non ci vergogniamo quindi della sofferenza che proviamo: ricordiamoci che anche Gesù pianse davanti alla tomba dell'amico Lazzaro. Usando una logica asettica sembrerebbe assurdo, ma è assurdo come vedere (come l'ho visto io nei giorni scorsi) una persona di 80 anni piangere come un'adolescente dopo la morte del marito 92enne dopo quasi 50 anni di matrimonio.

Gesù non ci chiede di perdere i nostri sentimenti da uomini: ci chiede di far uscire la nostra natura divina e di credere in quello che ci aspetta ovvero nella vita eterna. E di credere in Lui che ce l'ha portata in pienezza e che la morte sia semplicemente un "tornare a Casa".

Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. 

San Paolo ci ricorda una cosa essenziale: c'è una morte che dona vita a chi vita non ne aveva.
C'è chi muore per dare vita a chi lo circonda e a chi vuole bene. 
Questo ha fatto Gesù e questo, indegnamente, siamo chiamati a fare anche noi.

Facciamo quindi memoria di chi lo ha fatto per noi e rivolgiamo un pensiero ai defunti i quali non hanno nessuno che preghi per loro.

Vi lascio con una frase che ho letto: "Non muore nulla che sia passato dal cuore" 
Io la modifico così: "Nulla che rimanga nel Cuore di Cristo muore"
Vi abbraccio,

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