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venerdì 15 luglio 2016

XVI Domenica del tempo Ordinario 17 luglio 2016


«Beati coloro che custodiscono la parola di Dio con cuore integro e buono, e producono frutto 
con perseveranza»

         (Letture bibliche: Gn 18, 1-10; Sal 14; Col 1, 24-28; Lc 10, 38-42)

In tutte le antiche civiltà, specialmente fra i popoli nomadi, l’ospitalità è sacra, è un atto religioso. 
Israele invece non fa più una lettura religiosa dell’ospitalità, ma una lettura di fede: 
lo straniero è un memoriale vivente, gli ricorda che un tempo fu straniero e schiavo in Egitto, che fu pellegrino nel deserto e che è di passaggio sulla terra.

Nel racconto di Abramo, offerto dalla prima lettura, lo straniero è “l’altro” che rimanda a quell’Altro per eccellenza che è Dio. Il Dio della fede è il forestiero che tuttora è vicino, che visita l’uomo e sconvolge la sua vita. Nel Vangelo Gesù appare come ospite

La sua presenza è il segno vivo dell’amore di Dio per quanti lo accolgono con premura e disinteresse. La sua presenza è un invito alla conversione

Mangiare insieme è un segno di comunione. 

Anche quando è ricevuto da amici di lunga data come Maria e Marta, Gesù non si comporta come un ospite ordinario: egli esige attenzione all’ essenziale del suo messaggio e della sua persona. Accogliere Cristo ospite è soprattutto “ascoltarlo”, mettersi in atteggiamento di ricettività, di accoglienza, più che di dare. 

È ascoltandolo che si entra in comunione con lui e si è trasformati. 
Chi si preoccupa più delle cose da dare che della persona con cui comunicare, rimane estraneo. Perciò credo che il verbo “accogliere” sia a fondamento della vita del cristiano che ogni giorno è chiamato a farsi imitatore di Cristo. 

E Gesù non solo è stato accolto ma ha anche accolto, semplicemente creando uno spazio “dentro” di sé per far riposare l’altro, il fratello che ti sta accanto.
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Il Vangelo di oggi ci presenta Gesù a casa di Marta e Maria.
Altre volte nel Vangelo si parla di loro (e del fratello Lazzaro) e della loro relazione di amicizia e frequentazione con Gesù. Insomma, sembra proprio che con loro Gesù si senta "a casa" ed è proprio in un ambiente così familiare che avviene quello che sembra un piccolo episodio. Piccolo episodio che però ci insegna una cosa molto importante.

Una persona che conoscevo ripeteva spesso una frase:


 "L'intenzione fa la natura dall'azione" 

Era una frase tipica della Scolastica medievale che, in parole povere, significa questo:
Non è importante ciò che fai, ma il perchè lo fai.

Diciamolo meglio: quando le tue azioni sono guidate da una retta coscienza (ovvero una coscienza che conosca il bene e che lo voglia) allora sono rette. E  questo basta.

Non importa quanto grandi, visibili siano. L'importante è che siano guidate da una volontà di bene. Questo significa anche che, con buona pace del buon Machiavelli, "il fine non giustifica i mezzi." 

La domanda quindi sorge spontanea: 

"Come si fa a scegliere il Bene se non lo si conosce? E come lo si conosce?"

Gesù risponde così: "Prenditi del tempo, dammi il tuo tempo, e ascoltami"

Perchè Dio, sommo Bene, si è fatto conoscere così e vuole farsi conoscere così: entrando in casa tua, partecipare della tua quotidianità, parlando con te come fa un amico quando ti viene a trovare. Questo è l'essenziale. 

Questa è la parte "che non ci verrà tolta" perchè l'Amore di Dio niente e nessuno potrà mai cancellarlo.

Marta, semplicemente, si affannava, sprecava tutte le sue energie....per il contorno.
Ogni ospite, si sa, va servito e riverito, ma Gesù vuole di più: vuole essere tutto per noi, e vuole noi tutti per Lui... Il resto importa relativamente.

Ce lo insegna la prima lettura: Abramo viene visitato "nell'ora più calda del giorno": quando meno ce lo aspettiamo, quando meno possiamo umanamente fare...ecco che quello è il momento propizio per incontrare il Signore.

La migliore testimonianza che possiamo dare non è quella che "parla di Dio", ma quella che ti invita a conoscerLo, te lo indica, ti insegna a capire come ci si sintonizza con Lui.

A questo ministero (per dirla come San Paolo) siamo chiamati tutti.
Vi abbraccio

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