( Letture bibliche: Es 3,1-8.13-15; Sal 102; 1Cor 10,1-6.10-12; Lc 13, 1-9)
Il Vangelo di questa domenica ci presenta un avvenimento tragico: l’uccisione di molti galilei al tempo di Pilato.
È probabile che il fatto facesse pensare alla fine dei tempi di cui Gesù stava parlando, per questo gli chiedono informazioni e Gesù, a queste perplessità, risponde con una valutazione chiara: quei galilei che stavano morendo non erano più peccatori di loro che, al contrario, seguivano Gesù.
L’insegnamento è puntuale: non si può giudicare una persona in base al suo destino, alla fine che ha fatto. Per questo Gesù chiama tutti alla conversione, a cambiare giudizio su tutto quello che ci circonda. Bisogna cambiare mentalità, questo è il momento, uscire dallo schema peccato-condanna e mettersi in gioco con la propria coscienza e con il proprio impegno, affinché la condanna non abbia luogo.
E la parabola del fico ce lo mostra con chiarezza: la controprova del peccato non è la condanna (taglialo!) ma la sua sterilità (non c’erano frutti su quel fico pur essendo ancora verde).