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lunedì 22 febbraio 2016

Cattedra di San Pietro Apostolo 22 Febbraio 2016


<<Tu sei Pietro e su questa pietra 
edificherò la mia Chiesa 
e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa>>.

 (Letture bibliche: 1Pt 5,1-4 ; Salmo 22; Mt 16,13-19 )


In attesa che Giovanni scriva il resoconto delle ultime due riunioni, per voi c’è una lectio “bonus”. A parte gli scherzi: è solo una mia piccola riflessione sul ministero di Pietro la cui cattedra (ovvero “insegnamento") si celebra oggi. Sperando che vi sia utile.


Mi sono sempre chiesta,fin dai tempi del catechismo della prima comunione, perchè, fra 12 persone, Gesù avesse scelto proprio lui: Pietro

Eppure ne aveva persone capaci: Giacomo per esempio (che sicuramente aveva le idee chiare) oppure Bartolomeo che, in quanto studioso delle Sacre Scritture, non era secondo a nessuno e poteva stare a testa alta tra scribi e farisei...

E Giovanni dove lo mettiamo? Basta leggere il suo Vangelo e le sue lettere per capire a che punto di intimità spirituale era con Gesù. Se c'era uno che lo aveva capito veramente era lui.
E poi se lo meritava; anche solo per essergli rimasto accanto fino alla fine.


Invece Pietro non mi è mai stato simpatico.
Ci fosse una volta che dicesse o facesse la cosa giusta! (Se non ci credete prendete i Vangeli e controllate)

Ogni volta che apre bocca è un disastro: sempre sopra le righe, sempre inadeguato. 
Come un bambino che alza sempre la mano per dire la risposta giusta...solo che lui la sbaglia 9 volte su 10.

E poi che meschino che è durante la Passione: messo alle strette da una serva, nega persino di conoscerlo, Gesù.  Giuda, in quella tragedia dell'umanità, ci fa una figura migliore.

Una sola volta dice la cosa giusta (ed è il vangelo di oggi) e infatti Gesù dice: 

Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli.

Per la serie: "Fosse stato per te..."

Perchè quindi sceglierlo? Che cavolo mi può insegnare uno come lui (e il suo successore che al suo esempio si rifà)?


Beh, forse la prima cosa che ci può insegnare è proprio il fatto che, per quanto crediamo di stare vicino a Gesù, c'è sempre il pericolo di fare di testa nostra, di prendere i suoi insegnamenti, travisarli e fare danno a noi stessi e agli altri.

Peggio ancora: di dare agli altri una immagine di Cristo che è la somma di quello che abbiamo voluto capire e non, invece, l'immagine vera che è venuta a mostraci.

Sì, questo pericolo c'è, e non è un caso che sia la prima cosa che chi non crede rinfaccia a chi crede (o dice di credere).

Gesù lo conosce Pietro. Lo sa che tipo è. E conosce anche il Padre. Proprio per questo, sentendo che la risposta di Pietro viene da Lui allora capisce che è lui che il Padre ha scelto.

Ha scelto per cosa? Per comandare? Per dire agli altri cosa si può fare e cosa no? O cosa piace a Dio e cosa no?

"Ministero" vuol dire "servizio". Il servizio di Pietro si spiega facilmente con due immagini.

1) quella del Pastore che nutre, cura, guida le pecore che gli sono state affidate. Che cammina davanti a loro, affronta i lupi e lotta per loro fino a dare la sua vita.

2) quella di conduce una barca. Una barca che spesso naviga in un mare in tempesta e con un equipaggio che, spesso e volentieri, fa di testa sua e se ne frega di chi sta al timone e cerca di tenere la barra verso la direzione giusta. Fino a giudicarlo senza pietà se per caso non ascolta i suoi "illuminati consigli"

Questo ministero ha anche la responsabilità di "sciogliere e legare". 
Di dire, con onestà di cuore e fedelmente all'incontro con Cristo, cosa gli appartiene e cosa no. 

Responsabilità tremenda la quale però è sostenuta da Cristo stesso: 

"Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, 
conferma i tuoi fratelli»

Dio Padre ha concesso una grazia speciale a Pietro ed ai suoi successori: quello di confermare tutti nella fede che proviene dall'incontro con Cristo e che è arrivato fino a noi.

E' questo il dogma dell'infallibilità papale: quando Pietro parla "dalla sua cattedra" ovvero parla come Pastore e dottore di tutta la Chiesa e proclama solennemente  verità di fede e di morale (che è il risultato nella carne della fede che si professa) non può sbagliare.

Tutto il resto (interviste, discorsi, azioni) è opinabile.
Se ne può discutere e magari pure se ne deve discutere con la carità ed il rispetto verso il prossimo che Gesù ha insegnato.

D'altronde questo non ci deve scandalizzare, così come non ci deve scandalizzare (ovvero "far inciampare")  il fatto che Gesù, fra tanti, abbia scelto proprio uno come Pietro: 

inadeguato, presuntuoso, pavido, ma capace di farsi rimproverare da Gesù e accettare di essere il segno, sulla terra, della roccia che è Cristo e su questa roccia fondare la sua Chiesa sulla quale , ed è la promessa di Gesù, "le porte degli inferi non prevarranno"


Permettetemi di finire citando Dante (e quando mai, direte voi).

Nel IX canto del Purgatorio Dante e Virgilio arrivano alle porte della Montagna.
Un angelo ha le chiavi ed è Pietro stesso che gliele ha date...con una raccomandazione:

"Da Pier le tegno; e dissemi ch'i' erri
 anzi ad aprir ch'a tenerla serrata,
 pur che la gente a' piedi mi s'atterri"

"Se sbagli...sbaglia nell'aprire e non nel chiudere". Nel dubbio è la Misericordia che vince.

E' curioso e bello che Dante faccia vedere il primato di Pietro innanzitutto come primato nella Misericordia.

Allora approfittiamo della festa di oggi per fare ancora, se già non lo facciamo, una preghiera per il suo successore Papa Francesco (d'altronde lo chiede sempre) perchè sia segno nel mondo della Misericordia del Padre che lo ha scelto.

Vi abbraccio.


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