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venerdì 22 gennaio 2016

III domenica del Tempo Ordinario 24 Gennaio 2016




<<Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri 
il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.>>.

 (Letture: Ne 8,2-4.5-6.8-10; Salmo 18;1Cor 12,12-30; Lc 1,1-4; 4,14-21)

Questa domenica accogliamo da Gesù il dono della Parola e della festa che ci riserva. 
La Parola è al centro della liturgia e proprio Gesù la «trova» per noi. «OGGI si è adempiuta…», non domani, non tra qualche anno, ma oggi! Allora tutti ci mettiamo alla ricerca di questa parola che racconta di noi. 

Ma dove cercare? A chi chiedere? 

La Chiesa è il luogo fecondo in cui il Signore si fa trovare; lì facciamo esperienza della Parola.

Quando Gesù dice: «Oggi si è compiuta questa Scrittura» egli intende che lui stesso è il compimento delle Scritture, Parola di Dio fatta carne e perciò è a lui che dobbiamo volgere il nostro orecchio, il nostro sguardo.


Lui è il “capo” della Chiesa, come ci ricorda la prima lettera ai Corinzi, e la Chiesa siamo tutti noi, “membra” del suo corpo, popolo di Dio che fa comunità attorno alla mensa della Parola e del banchetto eucaristico. 

Lì mettiamo insieme e condividiamo ciò che di particolare siamo agli occhi di Gesù per farci dono per gli altri, perché tutti possano arricchirsi delle nostre ricchezze.
Il vangelo di Matteo fa dire agli apostoli: «Signore, congeda le folle perché possano comprarsi da mangiare», Gesù risponde (agli apostoli ma oggi anche a noi): «Voi stessi date loro da mangiare». Fatevi cibo per gli altri, così come Gesù fece nella sinagoga di Cafarnao.


L’inizio del Vangelo di Luca, che ci accompagnerà per tutto questo anno è curioso.

Luca fa parte della “terza generazione” di credenti e quindi è in una posizione particolare: i testimoni oculari iniziano a mancare…tante cose sono successe, tante opere sono state compiute, tanti popoli hanno conosciuto Gesù e già ci sono errori e deviazioni. 

Ecco il bisogno di fare “ricerche accurate fin dagli inizi”.

Noi che siamo credenti della decimilionesima generazione questa cosa la conosciamo bene. Di Gesù si dice di tutto e di più: basterebbe solo chiedere in strada e probabilmente ne uscirebbero le risposte più disparate.

Magari qualcuno che ancora non ha definitivamente rimosso i ricordi del catechismo risponderebbe: il Figlio di Dio. Ma che vuol dire in definitiva?

Luca lo fa spiegare a Gesù stesso quando, dopo aver già iniziato a predicare torna a casa sua e, da buon ebreo osservante, va in sinagoga.
Lui arriva, prende il rotolo di Isaia, e il testo scelto non è casuale


Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l'anno di grazia del Signore.


Tutti gli occhi sono puntati su di lui…si aspettano chissà quale meravigliosa esegesi!

Gesù spiazza tutti: Lui stesso è il "consacrato" (il Messia, il Figlio di Dio) e quello che ha fatto non è che l'inizio.

Chi è Gesù? Cosa è venuto a fare in questa valle di lacrime?

A portare ai poveri, a chi non può contare sulle umane risorse, il lieto annuncio della vicinanza di Dio Padre...a loro per primi!

A proclamare a chi si sente  prigioniero dei propri errori e oppresso dalla vita la liberazione

A ridare la vista a chi non riesce più a distinguere il bene dal male, il vero dal falso e per questo ci sbatte continuamente la faccia facendo del male a se stesso e a coloro che ha accanto.

Per tutti c'è il dono della Grazia del Signore. Come tutti i doni si può accettare o meno.


Sta a noi decidere cosa fare




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