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martedì 19 gennaio 2016

MAY THE HOLY SPIRIT BE WITH YOU (UNA VISIONE DELLA “MITOLOGIA” DI STAR WARS IN CHIAVE CRISTIANA)




Siamo nel 1977, esce il primo episodio di Star Wars nelle sale cinematografiche, un successo! Un successo così grande che oggi, dopo sette film, serie televisive, libri etc., nonostante gli alti e i bassi, milioni di persone si sono appassionate e ancora si appassionano a questo universo, creatura di George Lucas. Questo successo si è manifestato persino con la nascita di una religione che percorre i passi degli Jedi, un credo inventato da Lucas, che non solo costituisce l’identità della maggior parte dei protagonisti dei film, ma finisce per influenzare anche molti altri personaggi fino alla politica e agli avvenimenti stessi.

Non strano o improbabile ma curioso: perché un folto numero di persone ha deciso di abbandonare o il proprio credo o la condizione di ateo per dirigersi verso un culto sostanzialmente fittizio?

Partiamo da zero: il principio della religione Jedi è la Forza, un’energia che è presente in tutto il creato, fonte e autore della creazione. Alcuni individui, possono sfruttare meglio di altri questa energia, affinando, così, le proprie capacità sensoriali e fisiche: essi sono i cavalieri e i maestri Jedi. Ecco cosa dice il maestro Yoda (il più anziano fra i maestri Jedi) a proposito della forza:


Mio alleato è la Forza e un potente alleato essa è,
la vita essa crea ed accresce,
la sua energia ci circonda e ci lega, illuminati noi siamo”.

Esercitarsi nell’uso della Forza rende potente una persona, capace di vedere il passato e il futuro, avendo una chiara visione del presente pari solo a pochi eletti; nello stesso tempo, la Forza agisce sul corpo, rinvigorendolo e fortificandolo (persino i riflessi migliorano radicalmente). 
Insomma, usare la Forza è figo, diciamolo; diventi quasi un super-uomo. Ma l’uso della Forza prevede una mente allenata: chi se ne serve deve prima esercitarsi alla pace interiore, alla serenità, all’umiltà; il rischio sarebbe quello di fare un uso sbagliato dei poteri acquisiti.

La Forza, quindi, è un’arma a doppio taglio, perché una mente debole, piena di paure, può usarla per compiere atti di violenza, malvagi: ecco, allora, che la Forza possiede due aspetti, la luce e il lato oscuro. La Forza concede massima libertà all’individuo che ne fa uso, tanto che si può usare per celebrare la vita ma anche per negarla. Sempre Yoda afferma:

“Prudente devi essere, la paura del distacco conduce al lato oscuro […] dolore non avere, rimpianto non avere, l'attaccamento conduce alla gelosia, l'ombra della bramosia essa è. Esercitati a distaccarti da tutto ciò che temi di perdere. […] Se anche una sola volta la strada buia tu prendi, per sempre dominerà essa il tuo destino, consumerà te. Il lato oscuro è più rapido, più facile, più seducente. […] Uno Jedi usa la Forza per saggezza e difesa, mai per attaccare.

Ecco, allora, che la Forza finisce per mutare le menti, creando due realtà – gli Jedi, difensori della luce, e i Sith, seguaci del lato oscuro – che finiscono per influenzare la realtà stessa delle cose: la politica, l’economia, la società e la storia di Star Wars dipendono dalla Forza.

In effetti, anche dopo questa maldestra spiegazione, si capisce il perché molte persone desiderano rifarsi nel mondo reale a questo credo. Per prima cosa i suoi ideali sono molto romantici, questa Forza, che penetra ogni cosa vivente e che si può utilizzare per diventare “migliori”, rende bene l’idea di ciò che le persone cercano in una religione: un legame con il divino che li renda forti delle proprie paure, che li faccia sentire permeati dalla sua presenza, rassicurati e fortificati e, soprattutto, che li faccia sentire più forti della malvagità.



Non solo, la religione Jedi, che molto attinge dal Cristianesimo e dal Buddhismo, sembra eliminare tutte quelle “pecche” che si addicono a entrambi i culti. 

Un grosso difetto che si attribuisce al Cristianesimo è quello che il nostro Dio è lontano, sembra stare nell’alto dei cieli a farsi i suoi affari senza curarsi del macello che accade nel mondo, dove i cattivi e i prepotenti hanno sempre la meglio; l’unica consolazione è quella della vita eterna. 

Che, poi, questa vita eterna chi ce la garantisce?

Per quanto non lo si voglia ammettere, il culto degli Jedi è fatto di estremi, perché o sei buono o sei cattivo, o stai da una parte o stai dall’altra e, se stai dalla parte sbagliata, devi essere distrutto, nel bene o nel male. 

I Cristiani, almeno in teoria, non la pensano così: Cristo scende sulla terra per perdonare tutti e lascia a noi lo stesso gravoso compito; una bella rogna, ma è così che dovrebbero andare le cose.

Esistono bene e male, certo, ma chi segue il male non deve essere cancellato dalla faccia della terra, bensì accompagnato sulla strada buona pur mantenendo illesa la libertà personale.

Esiste, però, una bella somiglianza: sia nella religione Jedi che nel Cattolicesimo sono gli uomini che decidono se compiere il bene o il male: in nessuno dei due credi vi è un Dio che “condanna”, che decide se rendere un uomo dannato o salvo; è l’uomo che è libero di salvarsi o dannarsi.

Un altro bel tratto in comune è che come la luce della Forza o la fede, speranza e carità rendono sereni, unitari, in pace con se stessi, ma si tende sempre a cedere al lato oscuro, o al peccato, allo stesso modo, il lato oscuro o il peccato creano nell’uomo un conflitto, ci si separa da se stessi per compiere una volontà che in realtà non è nostra, ma ne diventiamo schiavi.

Volendo allungare il discorso (ma non voglio approfittarmene) si potrebbero trovare molti altri punti in comune con il Cristianesimo e la fusione con alcuni temi del Buddhismo rendono il credo Jedi ancora più etereo, romantico, quasi paradisiaco, il che ci fa capire come esso abbia trovato il favore di molte persone che vi si sono accostate.

Bisogna, però, fare una prima distinzione: il Cristianesimo non è una religione.

Nonostante nei secoli si sia cercato sempre di relegare il Vangelo a canoni “umani”, il Cristianesimo non è mai stato una religione, perché una religione (e la parola stessa ce lo suggerisce) rappresenta un legame che l’uomo desidera creare con la divinità, che si manifesta creando una figura divina a “immagine e somiglianza” dell’uomo stesso; certo, potenziata, altrimenti che ci sta a fare Dio? 

Il Cristianesimo si può definire meglio una fede in un incontro, perché è Dio che vuole farsi conoscere dall’uomo, comunicargli la sua grandezza, ma soprattutto l’amore nei suoi confronti, tanto che è Dio che crea l’uomo a sua “immagine e somiglianza” e non il contrario.

E la salvezza del cristiano sta proprio qui: perché se continuiamo a rifarci alle misure umane, non saremo mai abbastanza buoni e giusti né per convivere tra di noi, né, tantomeno, per confrontarci con il divino. La nostra misura deve essere sempre Dio, la sua Misericordia, il suo infinito amore per noi, che noi abbiamo ottenuto con la morte e la resurrezione di Gesù in Croce, che possediamo con il Battesimo, rinascendo come Figli di Dio, quindi capaci di amare come Egli ama.


La Forza, che tanto assomiglia allo Spirito Santo 

(e qui si spiega il titolo dell’articolo che riprende il motto usato dagli Jedi “May the Force be with you”, “Che la Forza sia con te”),

può rappresentare un bel punto di partenza, perché no, anche per un Cristiano, perché ci rende più vicini all’idea del divino presente nel mondo, in tutte le cose, in noi stessi. 

Ma è lo Spirito che ci salva, e l’amore di Dio emanato da Lui per noi e che noi siamo chiamati a trasmettere al mondo intero che ci rende degni del nostro ruolo sulla terra, degni di vivere la nostra vita. 

Questo non dobbiamo mai dimenticarlo.


 E per finire...




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