CHIAMATI A FARE COMUNITA’
COME MARIA
Passi:
Gv 2, 1-11 At 1,6-14
Giaculatoria:
O Maria, manifesta la tua presenza materna nella Famiglia e nella Comunità
S. Rosario: 2 Mistero gaudioso e 3 glorioso
"Maria nel Vangelo:
1) ha avuto una famiglia: visse a Nazaret con Giuseppe e Gesù
2) ha fatto il suo apostolato nella famiglia, ha portato la gioia alla
famiglia di Elisabetta ed agli sposi a Cana
3) è stata nel Cenacolo con la famiglia di Gesù, la comunità dei discepoli voluta da Cristo come realtà di comunione, di fratemità, di
preghiera"
Come vedete, ci sarebbe tanto da dire: la presenza di Maria nella famiglia meriterebbe, per questo gruppo, almeno un paio di riunioni. Ma io desidero soffermarmi con voi solo sul punto 3: Maria nel Cenacolo (la grande stanza al piano superiore di una casa, dove Gesù aveva consumato con gli apostoli l'Ultima Cena: vero, ragazzi??), usando semmai la lettura delle Nozze di Cana per capire meglio.
Come vedete, ci sarebbe tanto da dire: la presenza di Maria nella famiglia meriterebbe, per questo gruppo, almeno un paio di riunioni. Ma io desidero soffermarmi con voi solo sul punto 3: Maria nel Cenacolo (la grande stanza al piano superiore di una casa, dove Gesù aveva consumato con gli apostoli l'Ultima Cena: vero, ragazzi??), usando semmai la lettura delle Nozze di Cana per capire meglio.
Perché la famiglia nella quale vi chiedo di cercare la
presenza materna di Maria è la comunità. Ma, viceversa: questo significa che la comunità, presa sul serio, è famiglia.
Vi sottopongo due affermazioni tratte dallo Schema Mariano Liturgico:
1. La Comunità è la casa di Maria. Questo si capisce guardando l'episodio
di Maria con Giovanni ai piedi della croce: "L'apostolo
Giovanni prese in casa sua Maria, cioè la condusse nella Comunità degli Apostoli che, da Comunità di Giovanni, diventò la Comunità di Maria". Ma si capisce anche guardando alla scelta di Giuseppe: "La Comunità è una Nazaret, cioè una famiglia non fondata su vincoli materiali, ma su legami che nascono dalla fede in Cristo Gesù e da una
certa congenialità".
Ogni volta che deve succedere qualcosa di
importante per la Chiesa, viene chiesto a
qualcuno di prendere Maria in casa sua, e lui lo fa. Non è obbligatorio, ma se Dio ce lo
chiede è perché ne ha bisogno per realizzare un suo progetto per la salvezza degli uomini. E questo progetto è, sempre, in qualche modo, la Chiesa (in movimento per andare a pescare anime).
qualcuno di prendere Maria in casa sua, e lui lo fa. Non è obbligatorio, ma se Dio ce lo
chiede è perché ne ha bisogno per realizzare un suo progetto per la salvezza degli uomini. E questo progetto è, sempre, in qualche modo, la Chiesa (in movimento per andare a pescare anime).
2. La Comunità è un Cenacolo
nel periodo dei ritiri spirituali.
"Il Cenacolo diventa canale spirituale che si effonde sulla Comunità tutta,
ma è anche amore che si rende a Maria Santissima" .
Per capire questo dobbiamo riflettere
sull'Esperienza Comunitaria, a San Fratello. In che cosa essa assomiglia alla
Comunità dei discepoli riuniti con Maria in attesa dello Spirito Santo? Che
cosa facciamo come loro? Come ci è di esempio Maria? (è tutto da leggere, e con attenzione, ovviamente, At l, 6-14)
Per ciascuno di questi due punti vi ho proposto
una domanda.
1)
Come ci possiamo comportare (cosa ci insegna a
riguardo il Vangelo?) per essere familiari di Maria? E come sta lei nella nostra famiglia?
Vi posso suggerire questa lettura di Gv 2:
Nell'episodio delle
Nozze di Cana vediamo Maria vicina alle creature, attenta, sollecita. E' Lei che s'accorge che non c'era più vino. Non è la padrona di casa, non è la Mamma né della sposa, né dello sposo, è
un'invitata, ma se ne accorge.
E' l'attenzione che nasce dalla carità interiore, dalla generosità del cuore ed anche da una certa
concretezza di vita. La Madonna s'accorge che non c'era più vino. Che cosa
fare? Si ricorda che a nozze c'è suo Figlio, questo figlio di cui sa tante
cose, perché Lei crede. Allora, con l'immediatezza della
carità e della fiducia materna, gli dice: "Non hanno vino". Gesù protesta un po', ma poi fa quello che la Mamma dice: il primo miracolo.
carità e della fiducia materna, gli dice: "Non hanno vino". Gesù protesta un po', ma poi fa quello che la Mamma dice: il primo miracolo.
Così Maria con Gesù, in quella circostanza, hanno
fatto felici gli sposi.
Ma questo è solo un esempio.
I segni della familiarità con Maria sono umili,
difficili da vedere a uno sguardo superficiale. Ma riusciamo a rendere questo
sguardo più acuto?
2)
Cosa succede nell'Esperienza
Comunitaria, per renderla
simile a un Cenacolo? Ancora un suggerimento: com'è che preghiamo e attendiamo lo Spirito? Come ci è di esempio
Maria, o qualcuno per lei
(sì, il turno preghiera!)? E quando si effonde lo Spirito (sì, proprio nello scambio: ma come facciamo a riconoscerlo)?
Tirando le somme, però, vorrei che ci restasse questo.
Maria ci ha educato in questi anni, ci è stata madre, anche se noi non lo sapevamo e neppure glielo chiedevamo.
Noi siamo (cresciuti come) comunità di Maria. Non ci riuniamo solo per
avere un canale spirituale, ma anche per rendere amore alla nostra Mamma
celeste.
Ebbene, ora però è tempo di prenderei qualche responsabilità, come San
Giovanni, se non proprio come San Giuseppe.
Come vogliamo che sia, questa Comunità,
per essere casa di Maria (e dei
suoi figli che Lei vuole unire a noi)?
Ecco allora l'ultima lettura che vi propongo: At 2, 42-47.
Noi non dobbiamo essere UGUALI a loro. Ma dobbiamo essere come Maria ci vuole. Riflettiamoci.
Preghiera
O Maria, Madre e Regina della Comunità Eucaristica Mariana,
sostienici con il tuo aiuto materno,implora su di noi lo Spirito di
umiltà, di concordia, di pace.
AMEN
AMEN
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