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martedì 4 ottobre 2016

Alla ricerca di Dory



E' passato un anno dalle avventure de "Alla ricerca di Nemo" e Dory vive tranquilla insieme a Marlin e suo figlio. Ha ancora il suo problema di "perdita di memoria a breve termine", ma lo affronta con la simpatia e l'ironia di sempre.


Un giorno però il classico colpo fortuito in testa le fa ricordare un avvenimento fondamentale per la sua vita: l'allontanamento dai suoi genitori.
Dopo questa presa di coscienza la decisione non può che essere una sola: mettersi in viaggio e ritrovarli....per ritrovare se stessa.

Si sa i sequel sono sempre pericolosi, a maggior ragione se il primo capitolo è stato un capolavoro. E "Alla ricerca di Nemo" lo era.

Personalmente ho amato tantissimo quel film. Ho amato il senso dell'avventura di Nemo, le paure (più o meno fondate) di Marlin, tutti i personaggi secondari (si fa per dire) e sopratutto il candore e il tranquillo coraggio di Dory.

Così, appena ho potuto (e la cosa è coincisa con il mio ultimo pomeriggio da 35enne) mi sono precipitata al cinema più vicino per godermi, complice un bel bicchiere di popcorn, lo spettacolo...sperando di non restare delusa.

Bene: si può dire che, se la sfida era evitare una sorta di "nemo 2", la Pixar l'ha vinta a mani basse. Se la sfida era dare un carattere alla "svampita" Dory ci sono riusciti anche qua. Dory ha un problema grosso: ha una memoria a breve termine labilissima (un pò come quella che hanno certi ragazzi oggi n.d.R) e durante il film scopriamo che questa non è frutto di qualche trauma pregresso, ma è una situazione congenita.

Se ci pensate la cosa più ovvia era fare proprio il contrario. Ovvero far dipendere il suo essere così particolare con un trauma sulla cui risoluzione poter basare tutto il film.
Gli sceneggiatori hanno deciso diversamente e questo lo ritengo un atto di coraggio da parte loro.

La condizione di Dory è problematica, ma ha fatto di lei quello che è e per il quale è amata dalle persone che incontra.

(Chissà se abbiamo mai pensato ai nostri "difetti" in questo modo. Sicuramente Dio Padre ragiona così. Usa i nostri aspetti più spigolosi per fare grandi cose...)

Molto toccante quando, nei primi minuti del film, si parla della migrazione delle razze. loro "tornano a casa" perchè è come se seguissero una "canzone che conoscono fin da quando sono nati". Debbo dire che la cosa mi ha commosso.

Tutt il film si snoda con questo leitmotiv in cui Dory si fa nuovi amici (ed è un bene non rivedere i personaggi del primo film...anche se gli squali in terapia mi sono mancati) e trova la sua casa (che alla fine è un centro di riabilitazione per animali marini ammalati con tanto di voce di Licia Colò in sottofondo)

Non mancheranno le scene un pò paradossali e, secondo me, forzate (sopratutto il finale), non mancheranno neanche Nemo e Marlin con quest'ultimo magari meno pauroso, ma ancora con una certa vena di insensibilità verso gli altri quando si tratta di proteggere il figlio dai pericoli del mare aperto.

Tirando le somme è un film che ha poco del sequel e molto dello spin-off. 
Un film che si regge perfettamente sulle sue gambe quindi. E che vale la pena vedere.

Così come vale la pena vedere anche il bellissimo cortometraggio che lo precede.
Vi abbraccio




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