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venerdì 10 giugno 2016

XI Domenica del Tempo ordinario 12 Giugno 2016



«Dio ha amato noi e ha mandato il suo Figlio 
come vittima di espiazione per i nostri peccati»

(Letture bibliche: 2Sam 12,7-10.13; Sal 31, Gal 2,16.19-21; Lc 7,36-8,3)



La Liturgia di oggi ci spiega in maniera meravigliosa cosa sia il perdono di Cristo.

Attenzione, questo è un argomento il più delle volte trattato in maniera superficiale, banalizzato. Per me la parola più abusata dopo amore è perdono. E non potrebbe essere altrimenti perchè il perdono è la diretta conseguenza dell'amore. Ma di quale amore stiamo parlando?


Leggiamo il Vangelo: prima di tutto quello che si comprende è che il perdono è frutto di un dialogo o, se preferite, di un rapporto personale dove ognuno mette la sua parte.

Osserviamo quindi questa donna. Luca ci dice che era una "peccatrice" senza specificare e questo è importante perchè fa in modo che, in lei, ci possiamo riconoscere tutti. Ora questa donna COSA FA?


portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo

Vi invito a darvi del tempo, a chiudervi nella vostra stanza, prendere questo testo e a contemplarlo.

L'unica cosa che tengo a farvi notare è questa: che questa donna piangeva.

Ignazio di Loyola parlava delle lacrime come "una forma di consolazione" nel momento in cui si "versa lacrime che lo portano all'amore del Signore, sia per il dolore dei propri peccati, sia per la passione di Cristo nostro Signore (EE 346)

E sono proprio queste lacrime che danno senso (anzi il senso) di quello che fa.
E' questo che Gesù cerca di far capire a Simone il fariseo.

Simone pensa che il peccato sia la trasgressione di una legge e quindi, da bravo fariseo, si sente al sicuro. Peccato che, in tutto questo, si dimentichi persino le buone maniere.

Quella donna, pubblicamente conosciuta come "peccatrice" non solo compie il dovere del padrone di casa, ma lo riempie di significato, di compartecipazione, di umanità. In questo dialogo di cui frutto è il perdono, lei mette la sua insostituibile parte.

Diceva Papa Francesco:" Dio non si stanca di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiederlo". O che, permettetemi, non lo chiediamo perchè "tanto Dio mi vuole bene lo stesso"

Dio la sua parte la fa sempre e bene ce lo fa capire la prima lettura.
Davide ha commesso una cosa spregevole eppure viene perdonato.

A Dio non importa quanto grande sia il tuo peccato, importa che tu Lo cerchi.
E per cercarlo, e cercarlo come fa la donna del vangelo, serve la contrizione del cuore cioè il dolore profondo per ciò che quel peccato ha provocato.

Serve comprendere che il peccato è una malattia dell'anima che ti allontana da Dio e quindi dalla felicità e dalla vita.

San Paolo questo lo spiega bene.


"Questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me

Non è questione di legge, perchè "le opere della Legge non possono giustificare nessuno", ma di amore. Lo stesso amore con cui Gesù ha dato la vita.

Vi lascio con queste bellissime parole di santa Teresa di Lisieux.
Vi abbraccio,

Se avessi mai commesso il peggiore dei crimini,
per sempre manterrei la stessa fiducia,
poiché io so che questa moltitudine di offese,
non è che goccia d’acqua in un braciere ardente. 

Oh se potessi avere un cuore ardente d’amore,
che resti il mio sostegno non m’abbandoni mai,
che ami tutto in me, persino la mia debolezza,
e non mi lasci mai, né il giorno né la notte.


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