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martedì 21 giugno 2016

Distinguersi per non estinguersi....by Alice Abate



«Ognuno si era dato una costituzione per distinguersi dagli altri
e non scomparire in mezzo alla quantità che eravamo.
Le facce facevano a gara a svariare il più possibile fra loro e così le voci
e i saluti e le abitudini.
Rispondevano a una legge: siate disuguali, distinguetevi uno dall’altro».

(Erri De Luca, Il giorno prima della felicità)

Questa piccola citazione di uno dei miei autori preferiti mi ha sempre affascinata;
l’ho segnata a matita tra le righe e a margine del paragrafo ho tracciato due linee verticali per ritrovarla velocemente, nella fretta di sfogliare le pagine.


Stavo su un precipizio di sentimenti giovani quando mi imbattei nello scritto; sentimenti simili a quelli dei ragazzi che si affacciano alla vita. Capita a tutti ed è un bene che sia così.
Ricordo che da sempre mi sono battuta per distinguermi dagli altri, dalla massa che mi circondava e nella quale io non riuscivo a riconoscermi. Non ero una aliena, estranea ai miei amici, eppure volevo vedere lontano, avevo sempre dei “perché” che dovevo ricercare e trovare. Ci riuscivo.

Nella vita ho imparato che nessuno è identico ad un altro e ognuno ha i suoi “perché” da difendere a denti stretti pur di non scomparire, di non lasciarsi scivolare in mezzo alla folla di convinzioni tutte uguali, di abitudini tutte uguali. Per passione e brama di custodire le battaglie interiori di ciascuno, prendo sul serio tutte le persone che incontro e che incontrano me.

Tutti hanno una dignità di esistere ed io voglio scoprirla.
Qual è il suo valore? Cosa custodisce? Cosa posso imparare?

Tempo fa uno slogan pubblicitario gridava: «la diversità è ricchezza» e io oggi voglio confermarlo.

Siamo ricchi per la ricchezza delle persone che ogni giorno ci stanno faccia a faccia; ognuno è diverso dall’altro. Non capita mai di trovare copie identiche, neppure tra gemelli.
Eppure mi rattrista trovare per le strade ragazzi e ragazze che vogliono e desiderano “diventare come”, “assomigliare a”, ecc. ecc. pur di piacere agli altri. Questo è sbagliato.

È vero invece che la società nella storia ci ha fornito una quantità di modelli colmi di valori e sentimenti buoni ai quali tutti possiamo ispirarci; ricordo la clamorosa vicenda del figlio del falegname, Gesù, i santi condottieri come Sant’Ignazio o Francesco Saverio, le sante donne della carità e della misericordia come Teresa, ancora le figure della politica genuina: Giorgio La Pira o Luigi Sturzo, i preti operai e ancora e in modo intimo tutti quei padri e quelle madri che possono essere i nostri, che ci hanno lasciato un bagaglio stracarico di sani principi da custodire e tramandare anche e solo attraverso la quotidianità vissuta semplicemente.

L’ispirazione è una santa cosa, ma non accontentatevi di far la fine di una “brutta copia” di quelli che hanno scritto la storia vivendo la vita, prendete da tutti ma donate del vostro, aggiungete alla storia pagine di vita che è la vostra, unica e irripetibile.

Rispondete al richiamo della legge naturale: «distinguetevi gli uni dagli altri»

Emergete dalla folla, fatevi sentire, non mescolatevi con il rischio di perdervi.
E se vi perdete, ritrovatevi. Specchiatevi nei volti di coloro i quali vi stanno di fronte: negli occhi di loro c’è una luce se osservate bene, avvicinatevi.

Lì risiede la vostra figura che vi è donata nuova ogni volta che vi cercate.

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