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sabato 10 dicembre 2016

III Domenica di Avvento 11 Dicembre 2016


«Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri 
il lieto annuncio.»

(Letture bibliche: Is 35,1-6.8.10; Sal 145; Gc 5, 7-10 ; Mt 11,2-11)



La Liturgia di oggi, posta al centro del cammino di Avvento, prende il nome di "domenica GAUDETE" che, in latino, vuol dire: "Gioite, fate festa! 
Questo perchè, quando si è a metà in un percorso spunta sempre il dubbio: "Ma starò andando nella direzione giusta?"

Questa stessa domanda, per certi versi, se la fa anche Giovanni Battista.
Da vero profeta di Dio aveva rotto le scatole al potente di turno e quindi si trovava prigioniero in carcere (carcere dal quale non uscirà vivo).

Ha quindi una visione ristretta della realtà e degli avvenimenti quindi decide di mandare qualcuno dei suoi discepoli a fare una domanda semplice e diretta a Gesù:

Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?

I Vangeli ci hanno insegnato che Gesù non ha paura di rispondere alle domande e lo fa riprendendo la profezia di Isaia della prima Lettura.

I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo.

In pratica semplicemente dice loro: guardatevi intorno.
Loro possono, Giovanni no perchè è in carcere...e mi viene da pensare a tutte le volte che ci sentiamo "prigionieri" di qualcosa: di noi stessi, della situazione che viviamo.

E' a quel punto che ci domandiamo: "Ma ne vale la pena?" ed è a quel punto che si vede se abbiamo amici in Dio oppure no. Gli amici in Dio ti mostrano i segni della liberazione di Cristo. Perchè è in quel momento che fai memoria di tutte quelle volte che ti sei sentito cieco, zoppo, lebbroso, sordo, morto... e poi sei stato sanato da Gesù.

Ti senti prigioniero...ma Gesù è venuto per fare in modo che tu possa vedere ben altro che quattro mura. E' venuto perchè tu possa guardare l'orizzonte infinito...e tutto quello che ci sta in mezzo.

In tutto questo Gesù coglie l'occasione per dire anche chi siamo (o meglio "chi dovremmo essere" noi). Tutti si chiedevano se Giovanni Battista fosse il Messia, un profeta o semplicemente uno schizzato.

"Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”

E aggiunge:

In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui»

Gesù annuncia una novità: Giovanni è il più grande profeta dell'Antica Alleanza, ma Gesù è venuto a portare altro...e noi ci siamo in mezzo. Noi siamo più grandi di Giovanni Battista, conosciamo Dio meglio di lui....ammesso e non concesso che viviamo l'Alleanza di Gesù.
Non c'è forse motivo di fare festa?

Per questo l'Apostolo Giacomo ci esorta ad essere costanti: ad attendere il Cristo che si farà presente, vivo e vivificante nelle nostre storie di prigionia e che ci farà persone libere e quindi persone capaci di amare come Lui. 

Perchè l'amore (quello vero) è un atto di libertà, ricordiamocelo sempre.
Vi abbraccio,

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