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mercoledì 31 agosto 2016

"Dio esiste e vive a Bruxelles" di Jaco van Dormael (2015)



In un Bruxelles dei tempi odierni, Dio è un ometto sadico che ha una moglie sottomessa, una figlia ribelle (come il primogenito d'altronde), che ha creato il mondo perchè non aveva nulla da fare e che ne inventa tutte per far soffrire gli uomini.

venerdì 26 agosto 2016

XXII Domenica del Tempo Ordinario 28 Agosto 2016


«Prendete il mio giogo sopra di voi, dice il Signore, e imparate da me, che sono mite e 
umile di cuore»

(Letture : Sir 3, 19-21.30-31; Sal 67; Eb 12, 18-19.22-24; Lc 14, 1.7-14 )



Un capo dei farisei invita Gesù ed egli accetta di partecipare ad uno di quei banchetti in cui i saggi del tempo si radunavano per conversazioni brillanti.

venerdì 19 agosto 2016

XXI Domenica del Tempo Ordinario 21 Agosto 2016


«Io sono la via, la verità e la vita, dice il Signore; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me»

(Letture bibliche: Is 66, 18-21; Sal 116; Eb 12, 5-7.11-13; Lc 13, 22-30)


Quando qualcuno ci ama veramente e ci parla chiamandoci per nome, scopriamo noi stessi e non siamo più soli. 

La vittoria sulla solitudine genera la gioia: allora vivere è una festa. 
Il Regno di Dio è comunione, per questo il suo avvento inaugura un tempo di gioia. È una festa senza tramonto perché è definitiva. 
È una festa a cui tutti gli uomini sono invitati. 

La verità della comunione ci vuole assieme attorno ad una mensa, nell’allegria di una cena, nell’abbondanza di un banchetto. La gioia di essere insieme ci conduce a un pasto comune, a una condivisione che significhi quello che siamo. 

Il regno è simboleggiato da un banchetto, un luogo di incontro e di comunione. Ci è offerto, siamo invitati, ma ci dobbiamo andare.

È un dono gratuito: ma deve essere accolto. E Gesù con la risurrezione è il primo invitato, è entrato e si è già assiso al banchetto; è il primo che ha conquistato il regno. Questa è la verifica che l’invito del Padre è reale e veramente ci aspetta tutti

Cristo con la sua morte ci ha dimostrato che l’entrata nel regno non è un privilegio per nessuno. L’invito è per tutti. Ora siamo veramente tutti uguali.

Ma la morte è anche il modo con cui egli è entrato: è la porta stretta. 

Solo chi avrà donato la vita come Gesù potrà entrare nella sala e sedere al banchetto. L’invito al banchetto ha per tutti una sola risposta: 

donare la vita sull’esempio di Cristo.

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La Liturgia di oggi gira intorno alla solita domanda molesta: 
"Signore, sono pochi quelli che si salvano?"

Gesù risponde come sa fare lui: non da risposte da manuale delle istruzioni, ma cerca di farti volare alto facendoti entrare nell'essenza della questione.
Poi deciderai tu come comportarti.

Primo: leviamoci dalla testa che il Paradiso, ovvero la pienezza della felicità, sia un club esclusivo dove ci stai tu e, al massimo, gli amici tuoi. Sarebbe veramente noioso.

Ce lo fa capire bene la Prima Lettura dove Isaia (700 anni prima di Cristo) ci dice:

"Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria...  essi annunceranno la mia gloria alle genti....Anche tra loro mi prenderò sacerdoti levìti, dice il Signore"

Tutti i popoli sono chiamati a conoscere il Padre, ad annunciarlo e celebrarlo.
Quindi la felicità è per tutti.

Secondo: questo vuol dire che non abbiamo nessuna "prenotazione".
Sappiamo che c'è chi ha preparato un posto per noi, ma goderne dipende dalle nostre scelte. 
D'altronde anche questo è sintomo del rispetto che Dio Padre ha della nostra libertà.

Dice quindi Gesù:

Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.

Lo abbiamo detto la settimana scorsa: il Regno di Dio è questione di cuore e, nella Bibbia, il cuore è la sede delle scelte libere. Di conseguenza soltanto nella misura in cui ci si dispone liberamente e con amore a fare la volontà di Dio ci si salva. 

Solo chi nella deliberazione del cuore sceglie di amare e di servire, di sperare, di credere, di vivere e di crescere ottiene la salvezza e tante volte questo comporta una tappa sacrificata, la coraggiosa scelta dello sforzo nella virtù, l'impegno estenuante della croce nella perseveranza nei buoni propositi. 

Insomma, comporta che si passi per la porta stretta. Un antro ristretto e rasente solitamente lo si evita, soprattutto quando ce n'è un altro più comodo in alternativa, eppure non è difficile entrarvi e transitarvi. Occorre solamente sforzarsi e adoperare decisione e buona volontà. Passare per la "porta stretta" per quanto impegnativo non è impossibile e ciò che da parte nostra ci viene chiesto è appunto lo "sforzo".

Non nascondiamoci dietro ad un dito: come c'è Qualcuno che ci ha creati per una vita "alta" e che verso l'Alto ci spinge, c'è qualcun altro (non ha caso S.Ignazio lo definisce "il nemico della natura umana) che invece ci spinge verso il basso sfruttando i nostri difetti e la nostra voglia di far tutto come se Dio non esistesse o ci fosse nemico.

Questo è oggetto di correzione. Correzione che, chiunque la faccia, può fare male.
L'autore della Lettera agli Ebrei ce lo dice:

Certo, sul momento, ogni correzione non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo, però, arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati.

Compito nostro quindi è capire cosa ci butta a terra ed evitarlo e sopratutto stare accanto al Padre con la preghiera e la condivisione. Così Gesù ci ha insegnato. Così abbiamo fatto a San Fratello. 

Quanto bene non importa. Ci siamo sforzati? Abbiamo dato il massimo?
Se la nostra risposta secondo coscienza, e senza trucchetti o scuse, è positiva state tranquilli che avete fatto la vostra parte. Dio Padre farà la sua.

Vi abbraccio

domenica 14 agosto 2016

XX Domenica del Tempo Ordinario 14 Agosto 2016


«Apri, Signore, il nostro cuore e comprenderemo le parole del Figlio tuo»

(Letture bibliche: Ger 38, 4-6.8-10; Sal 39; Eb 12, 1-4; Lc 12, 49-57)


Le parole di Gesù sono improntate ad un profondo realismo: il suo regno creerà divisioni. 

Chi lo accoglie non entra in uno stato di pace paradisiaca, ma prova dapprima in se stesso la guerra e la divisione. Egli non può accettare l’ambiguità del compromesso, non può vivere il bene e il male, trovare un accordo tra il vero e il falso, non può affidarsi totalmente alle certezze umane, deve abbandonare continuamente la terra delle tranquille abitudini per l’incertezza di una terra che non possiede. 

È cosa strana che la fede in Cristo crei nemici, ponga ostacoli. 
Questo è vero perché l’amore e la verità hanno nella croce il loro prezzo e la loro verifica. 

Non c’è amore vero che non porti con sé la sofferenza, non c’è verità che non ferisca. 
Se l’amore è dono gratuito non può non essere distacco da se stessi. Se la verità è scoperta non può non essere un giudizio sulle nostre azioni, e un impegno per nuovi e più scomodi orizzonti. 

Il profeta è colui che annuncia la verità profonda dei fatti. 

Poiché la realtà dei fatti è l’azione imprevedibile di Dio che muove verso la libertà, essa suscita sempre nell’uomo il dubbio, la paura del rischio, l’opposizione con cui l’orgoglio e il peccato si manifestano. 

Dalla verità nasce l’incertezza, perché l’uomo preferisce affidarsi alla sicurezza della prudenza umana piuttosto che affidarsi alla imprevedibilità di Dio. Geremia annuncia il piano di Dio ed è accusato di disfattismo, come possiamo vedere dalla prima lettura.

Ciò è vero anche per chi scende nello stadio per conquistare una vittoria. Il suo mettersi come concorrente sulla linea di partenza comporta una competitività, un gareggiare, una lotta, avere dei nemici. Come ci mostra l’apostolo Paolo nella seconda lettura, nelle tribune c’è chi lo applaude e chi fa di tutto per scoraggiarlo.
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Neanche il tempo di tornare da San Fratello che la Liturgia di oggi ci avverte: non sarà tutto facile. Aspettatevi di tutto e di più..anche l'amara sorpresa di non essere capiti dalle persone a ci volete più bene.

E questo perchè? Perchè Gesù, nonostante le interpretazioni irenistiche e fricchettone degli ultimi decenni, non sta simpatico a tutti! Questo perchè il suo è un messaggio esigente, ma necessario. Così come il crescere.
E quando si cresce ci sono momenti in cui le tue vecchie sicurezze necessariamente crollano (o meglio crolla il nostro atteggiamento infantile nell'averne).

E' bene che questo avvenga. Perchè, come Gesù, impariamo a sperare solo nell'Amore del Padre che è l'unico che non ci mancherà mai.

Ricordiamocelo quando dovremo fare o dire qualcosa che apparirà scomodo a chi ci sta intorno. Esattamente come fece Geremia.
Israele era diventato un popolo ed una nazione perchè Dio stesso se li era scelti dando loro una Legge. E questa legge doveva essere la base della loro convivenza civile.
Nei secoli invece Israele era diventato un regno come un altro: con dei intercambiabili a seconda del bisogno e strategie politiche azzardate a cavallo tra Egitto, Assiria e Babilonia

Alla fine i nodi vengono al pettine e, nel gioco della storia, il più debole finisce per soccombere. Geremia aveva il compito di dire al re e a tutto il popolo: "Avete deciso di affidarvi agli uomini e avete perso. Adesso accettate la sconfitta con tutte le sue conseguenze e tornate a fidarvi di Dio". Geremia lo dice...e rischia di morire di fame e di sete dentro una cisterna. Solo uno schiavo ha compassione di lui e si muove per salvarlo. 

Noi non siamo certo nella situazione di Geremia, ma (come disse Giovanni Paolo II durante la GMG del 2000) "forse non ci verrà chiesto il sangue, ma la coerenza sì".

San Fratello è roba fresca...forse troppo fresca perchè si possa comprenderla pienamente. Il rischio è quindi confondere il fuoco dello Spirito di cui parla Gesù con il nostro facile entusiasmo.

Il primo è un roveto che arde, ma non brucia...e il secondo è un fiammifero acceso.
Il primo riscalda, dona energia e forza. Il secondo dura pochi secondi..finchè non ci scottiamo le dita.

Lo Spirito Santo costruisce...l'entusiasmo umano, alla fine, distrugge.
Il desiderio di dare continuità, senso di famiglia, di comunità a quello che abbiamo vissuto a San Fratello è sintomo che quello che è successo è dono dello Spirito.

Ora tocca a noi impegnarci dando il massimo perchè questo possa accadere, sapendo che (come ci dice San Paolo), in questa corsa della vita dove si suda, ci si stanca e si rischiano i crampi, Gesù ci precede, Maria ci allunga l'acqua e tutti i santi fanno il tifo per noi.

Vi abbraccio.















venerdì 5 agosto 2016

XIX domenica del Tempo Ordinario 7 Agosto 2016




«Vegliate e tenetevi pronti, perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’Uomo»

(Letture bibliche: Sap 18, 6-9; Sal 32; Eb 11, 1-2.8-19; Lc 12, 32-48)


In tutta la storia del pensiero e delle religioni c’è un appello al distacco dai beni materiali in vista della liberazione e della realizzazione della persona.  
La povertà evangelica non è su questa linea; non la lega, ma la trascende. 

Non è moralistica, né centrata sull’ uomo, ma sulla persona di Gesù

martedì 2 agosto 2016

GMG di Cracovia ed Esperienza Comunitaria: festa di comunione, ma non solo



La Gmg di Cracovia è appena finita. e l'Esperienza Comunitaria si avvicina...
Entrambe sono esperienze di CHIESA perchè ci sono i Sacramenti e perchè c'è la condivisione.