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sabato 9 giugno 2018

Solennità Sacro Cuore di Gesù anno B


«Prendete il mio giogo sopra di voi, 
dice il Signore, 
e imparate da me, che sono mite e umile di cuore.»

(Letture bibliche:Os 11,1.3-4.8-9; Is 12,1-6; Ef 3,8-12.14-19; Gv 19,31-37)



Non volevo lasciar passare questa giornata senza dirvi una parola sulla Solennità di oggi. Nonostante non tocchi il blog da mesi e sia arrivata quasi fuori tempo massimo, è deciso di uscire fuori dalla mia apatia perchè il significato della Solennità di oggi è troppo importante per lasciarlo andare così.

La devozione al Sacro Cuore di Gesù non è una devozione come tutte le altre. Da quando essa è stata suscitata ha assunto un ruolo importante nella storia della Chiesa. I Papi vi hanno dedicato encicliche. Scriveva Paolo VI: 

"È  assolutamente necessario che i fedeli esprimano la devozione verso quel Cuore, dalla cui pienezza noi tutti abbiamo ricevuto, con intimi sentimenti di pietà e con atti pubblici di culto e da esso imparino il modo giusto di ordinare la propria vita, così che risponda pienamente alle attese del nostro tempo."

E' assolutamente necessario perchè senza entrare nel Cuore di Cristo non si comprende cosa sia la Chiesa ..che è nata da esso.

Ce lo dice l'apostolo Giovanni quando, con dovizia di particolari, descrivere quell'atto così strano che Gesù subisce dopo la morte. Quella che sembra una violenza inutile, diventa invece una sorgente piena di significato per la vita di tutti noi.

Sì, perchè il motivo per cui la nostra vita acquista senso è il fatto che qualcuno ci amati prima di noi, fino a morire. E questo qualcuno ci ha amati con un cuore di carne. Soffrendo con noi, ridendo con noi, vivendo con noi tutta l'esperienza della vita.

E' bella l'immagine che il profeta Osea ci dona nella prima lettura. Dio parla di Israele come un padre che parla del figlio. Un figlio che ha preso in braccio, imboccato, aiutato a muovere i primi, incerti passi verso la vita e verso di Lui. Così come fa un bambino piccolo che si muove verso colui del quale si fida senza riserve. 

Poi questo bambino è diventato adulto ed ha preferito voltarGli le spalle, ma Dio continua a volergli bene come un padre vuole bene al figlio problematico...sopratutto perchè è problematico.

Si parla tanto di "fede adulta" spesso a sproposito. 
San Paolo ai Corinzi scrive: "Siate come bambini in quanto a malizia, ma adulti in quanto ai giudizi"

Bisognerebbe parlare quindi "fede consapevole", ma consapevole innanzitutto di cosa? Consapevole, almeno secondo me, di essere stati voluti bene più di ogni altra cosa...

Tutto il resto viene di conseguenza. Tutti i nostri "giudizi" debbono partire da questo. Altrimenti saranno solo condanne senza appello. E i nostri cuori saranno solo cuori di pietra. Incapaci di provare misericordia. 
Oppure saranno "di zucchero", inconsistenti, privi di umanità, pronti a piegare l'amore a nostri interessi perchè abbiamo paura che il mondo "ci sciolga" e ci cancelli. 

Saranno cuori privi di passione. Quella passione per cui siamo pronti anche a soffrire per le persone a cui vogliamo bene. Perchè le vogliamo felici. E per la felicità non c'è prezzo troppo alto da pagare. 

Gesù la pensava così...e pure sua madre Maria, dalla quale ha preso quel cuore di carne che oggi veneriamo.

Vi lascio facendo mie le parole di Paolo agli Efesini:

Per questo io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ha origine ogni discendenza in cielo e sulla terra, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati nell’uomo interiore mediante il suo Spirito. 

Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.

Vi abbraccio con affetto tutti,